Amministratori

La giunta non può ignorare le valutazioni degli uffici interni

Non può formulare scelte gestionali basate soltanto sull'integrale recepimento del parere di un professionista esterno

di Pietro Alessio Palumbo

Con la sentenza n. 4285/2023, il Consiglio di Stato ha chiarito che viola la corretta dinamica del procedimento amministrativo quella decisione della giunta comunale che formuli scelte gestionali mediante l'integrale recepimento del parere di un professionista esterno senza minimamente investire gli uffici interni dell'amministrazione. In tali circostanze mancando una ponderata e autonoma giustificazione delle scelte può accadere che non solo gli aspetti di legittimità ma persino quelli di opportunità siano rimessi ad un soggetto esterno; così invadendo non solo le funzioni della compagine tecnica ma anche di quella politica che è istituzionalmente deputata a ponderare le scelte più utili alla comunità che rappresenta.

Nella vicenda la giunta comunale aveva completamente disatteso la proposta di delibera disposta dagli uffici amministrativi del Comune. In particolare la giunta aveva bocciato l'istanza di approvazione del piano urbanistico attuativo di una zona residenziale argomentando unicamente sulle deduzioni di un parere esterno all'amministrazione civica e senza prima recepire le osservazioni amministrative e tecniche degli uffici interni.

Secondo il giudice i Palazzo Spada un tale modo di procedere nella gestione delle procedure amministrative da parte della giunta comunale lesiona, se non persino spezza, quel fisiologico legame che deve necessariamente sussistere fra gli organi tecnici e quelli di governo dell'amministrazione comunale. In tale maniera si può creare una sorta di amministrazione parallela o addirittura sovrapposta a quella istituzionale vera e propria, che ufficialmente è incaricata della gestione della Cosa pubblica locale. In altri termini - secondo il Consiglio di Stato - l'amministrazione comunale certamente può, se lo ritiene indispensabile e compatibilmente con i limiti di regolarità contabile, richiedere un parere ad un esperto esterno alle proprie strutture amministrative; tuttavia qualora un tale parere risulti vertere su aspetti già affrontati da una istruttoria e favorevolmente apprezzati dagli uffici interni competenti alla predisposizione delle pratiche, risulta necessario quantomeno investire nuovamente le strutture tecnico-amministrative comunali che per legge hanno il compito di curare quello specifico procedimento amministrativo. Tutto ciò – a ben vedere - anche al fine di evitare eventuali contraddizioni tra valutazioni nell'ambito del medesimo procedimento in cura all'ente.

Su queste coordinate, nella vicenda, il Consiglio di Palazzo Spada ha pertanto dichiarato illegittima la deliberazione della giunta comunale coinvolta; ed inoltre messo in evidenza che nell'eventuale riedizione del potere, laddove l'amministrazione comunale ritenga di avvalersi del parere già reso dal professionista, quale ulteriore acquisizione da vagliare nell'ambito del procedimento, è in ogni caso onerata a sottoporre gli aspetti procedurali agli uffici amministrativi e tecnici interni alle sue strutture competenti nelle specifiche pratiche.

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