Urbanistica

Pnrr, subito in Cdm i 40 miliardi aggiuntivi: 10 a Salerno-Reggio e nodo di Vicenza

Il maxiscostamento dovrebbe anche restituire 15,8 miliardi al Fondo sviluppo coesione (Fsc) che era stato utilizzato dal governo Conte per completare la programmazione del Recovery Plan

di G. Sa.

Andrà subito in Consiglio dei ministri, probabilmente già domani con l’approvazione definitiva del Pnrr, il decreto legge che ripartirà 70 miliardi del maxiscostamento 2021-2033 per investimenti aggiuntivi ai fondi europei del Recovery Plan.

Questo scostamento è diviso in due fondi. Il fondo 2021-2026 da 30,64 miliardi che è entrato a tutti gli effetti nel Recovery Plan pronto a partire per Bruxelles: è il «fondo complementare» della tabella di pagina 30 del Pnrr e se ne conosce già la ripartizione a grandi linee (e anche dettagliata con una tabella pubblicata sul sito del governo): 8,54 miliardi andranno alla digitalizzazione (qui ci sono 4,48 miliardi per Transizione 4.0); 9,32 miliardi alla transizione ecologica (qui ci sono 4,72 miliardi per il Superbonus); 6,33 miliardi alle infrastrutture per la mobilità sostenibile; un miliardo a istruzione e ricerca; 2,56 miliardi alle politiche di inclusione e coesione; 2,89 miliardi per la salute. Questo fondo si somma ai 191,5 miliardi del Pnrr e ai 13 miliardi del React Eu per dare il quadro complessivo di 235,14 in partenza, probabilmente giovedì, per Bruxelles. I 5 miliardi per il 2021 saranno recuperati dallo scostamento varato per il decreto sostegni 2 cui resteranno quindi circa 35 miliardi.

Molto più interessante è capire che fine fa l’altro fondo da 40 miliardi, quello che negli ambienti di governo viene chiamata «terza gamba». Su queste risorse il mistero è ancora fitto, ma qualche barlume si comincia a vedere.

Anzitutto va detto che il ministro dell’Economia, Daniele Franco, ha spiegato in Parlamento che, in realtà, con l’ulteriore scostamento 2021-2033 (ma questo è sbilanciato dopo il 2026) si farà fronte per 14 miliardi al pagamento degli interessi per l’extra debito varato in questi mesi (ristori e Pnrr).

Restano dunque per investimenti 56 miliardi circa che dovrebbero appunto essere ripartite con l’attuazione del decreto in arrivo. Cosa si finanzierà con queste risorse aggiuntive?

La parte del leone la farà l’Alta velocità ferroviaria che incasserà un po’ più di 10 miliardi per finanziare le due linee prioritarie ricordate anche da Mario Draghi nel suo discorso di lunedì alla Camera: la Salerno-Reggio Calabria e il nodo di Vicenza lungo la linea Brescia-Padova. Alla prima opera andranno poco più di 9 miliardi, in aggiunta agli 1,8 già contenuti nella missione 3 del Pnrr. Alla seconda andrà un miliardo per completare il finanziamento della linea, dopo l’approvazione del nuovo progetto del nodo vicentino con il relativo aumento di costi.

Il maxiscostamento dovrebbe anche restituire 15,8 miliardi al Fondo sviluppo coesione (Fsc) che era stato utilizzato dal governo Conte (e confermato da Draghi) per completare la programmazione del Recovery Plan e finanziare una parte del Pnrr. Probabilmente queste risorse non avranno bisogno di una ripartizione con il decreto legge ma torneranno nell’ambito della programmazione ordinaria del Fsc.

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