Fisco e contabilità

Bilancio di previsione 2022/2024, buco da 110 milioni dal 2023 per il fondo Imu-Tasi

I Comuni non potranno prevedere l'importo iscritto per il 2022 anche come stanziamenti per gli esercizi successivi

di Elena Brunetto e Patrizia Ruffini

Torna a riproporsi, nel preventivo 2022/2024, la problematica del contributo statale Imu/Tasi. I Comuni, alla prese con la redazione del nuovo bilancio, non potranno infatti prevedere lo stesso importo iscritto per l'annualità 2022 anche come stanziamenti per gli esercizi successivi, a causa del fatto che il reintegro di 110 milioni è stato previsto solo fino al 2022 (comma 554 della Legge 160/2019).

Il fondo Imu-Tasi ha avuto una storia assai travagliata iniziata nel 2014, quando l'articolo 1, comma 639 della legge 147/2013 iniziò a prevedere il ristoro statale ai Comuni interessati dalla perdita di gettito conseguente all'introduzione, nello stesso anno, della Tasi in sostituzione dell'Imu. La compensazione riguarda circa 1.800 Comuni che, in precedenza, avevano un' aliquota Imu per le abitazioni principali superiore al 0,4%, il cui gettito, con il passaggio alla Tasi, fu perso. Il ristoro inserito nelle varie leggi di bilancio, partito con una dote in 625 milioni di euro, si è progressivamente ridotto.

Oggi il fondo complessivo è finanziato da due disposizioni: la prima (commi 892-895 dell'articolo 1, legge 145/2018), ha previsto un contributo di 190 milioni di euro per gli anni dal 2019 al 2033 compresi. Queste risorse hanno una destinazione vincolata; devono essere infatti impiegate per il finanziamento dei piani di sicurezza a valenza pluriennale, finalizzati alla manutenzione di strade, scuole e altre strutture di proprietà comunale. Le spese relative ai piani di sicurezza devono inoltre essere liquidate o liquidabili entro il 31 dicembre di ogni anno.

La seconda disposizione, arrivata con l'articolo 11-bis del DL 135/2018, ha aggiunto il comma 895-bis integrando lo stanziamento, per il solo 2019, con ulteriori 110 milioni di euro. Il comma 554 della Legge 160/2019 - Legge di Bilancio 2020 – ha poi rifinanziato la norma: «Per gli anni 2020, 2021 e 2022, a titolo di ristoro del gettito non più acquisibile dai comuni, a seguito dell'introduzione della TASI di cui al comma 639 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2013, n. 147, è attribuito ai comuni interessati un contributo complessivo di 110 milioni di euro annui da ripartire secondo gli importi indicati per ciascun comune nell'allegato A al decreto del Ministero dell'interno 14 marzo 2019, recante "Riparto a favore dei comuni del contributo compensativo, pari complessivamente a 110 milioni di euro, per l'anno 2019"».

Nello specifico, dunque, a partire dal 2019 i Comuni iscrivono in entrata un contributo formato da due quote. Una prima parte per complessivi 190 milioni di euro con vincolo di destinazione, ed una seconda parte per 110 milioni come entrata libera. Quest'ultima, corrispondente a circa il 37 per cento del Fondo totale iscritto per il 2022, al momento non può essere previsto fra le entrate degli anni 2023 e 2024. I comuni attendono una risposta già a partire dalla legge di bilancio in corso di approvazione.

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