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Berton (Confindustria): «Punto di svolta, imprese determinanti per lo sviluppo»

«Lavoro in rete tra aziende e istituzioni»

di Marco Mobili

Il governo cambia passo sulla gestione e il rilancio della montagna italiana. Il che significa riportare al centro dell’agenda politica il rilanciare del tessuto produttivo di un territorio che in Italia, nel suo complesso tra montagne e terre alte, copre il 49% della superficie dello Stivale. Per Lorraine Berton, presidente di Confindustria Belluno Dolomiti, l’approvazione in Consiglio dei ministri del disegno di legge quadro sulla montagna rappresenta, infatti, un primo vero punto di svolta per gli oltre 4176 comuni montani interessati. Determinante per lo schema della nuova legge quadro è stato il coinvolgimento, da parte del ministra Mariastella Gelmini, del mondo dell’impresa con Confindustria Belluno Dolomiti, l’Uncem e il Polo della montagna. «Il via libera del governo alla nuova legge sulla montagna, - ha rimarcato la Berton - mette il punto a un processo di condivisione maturato con tutti i soggetti del territorio, innanzitutto con il mondo produttivo». Un passaggio non da poco. «Si è capito, forse per la prima volta, che la montagna vive solo se ci sono le condizioni per mantenere e sviluppare le imprese, dal manifatturiero ai servizi», ha spiegato la presidente di Confindustria Belluno Dolomiti. Le imprese con i loro rappresentanti hanno partecipato al tavolo di lavoro istituito dagli Affari regionali, facendo anche sintesi dei contributi raccolti attraverso la rete di Confindustria per la Montagna, network nazionale nato a Cortina nella primavera del 2018 e che raccoglie 25 territoriali e tre federazioni.

Il link diretto con il sistema produttivo, ha sottolineato ancora la Berton, «significa poter creare quelle opportunità utili a frenare la fuga di giovani e famiglie con imprese eccellenti e competitive, capaci di creare opportunità e valorizzare talenti, primo argine contro lo spopolamento, vero male delle nostre terre».

Occorre consentire a questi territori di partire alla pari con il resto d’Italia, sia in termini di servizi essenziali come scuola e sanità sia in termini di infrastrutture. Per questo motivo da Confindustria Belluno, ha ricordato ancora la Berton, «sono arrivate solo proposte concrete e puntuali, come le agevolazioni per i giovani imprenditori, le misure per l'innovazione o per il sostegno alle start up». Solo così, «ci si confronta alla pari», dice ancora la rappresentante delle imprese.

Quello di ieri, come detto, è stato solo il primo passo. Il Ddl si potrà migliorare in Parlamento, le risorse ci sono grazie al nuovo fondo da 100 milioni per il 2022 e da 200 milioni l’anno a partire dal 2023. Ma sarà necessario camminare spediti. «Tra pandemia, guerra in Ucraina e aumento dei costi dell'energia e delle materie prime, la montagna diventa ogni giorno più vulnerabile perché già segnata da problemi strutturali radicati. Non c'è più tempo da perdere» conclude la Berton, ricordando che «non possiamo dimenticare i singoli territori, vero motore di ogni ripartenza e ricostruzione».

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