Amministratori

Manfredi: «Progetti di rilancio subito ma 200 milioni l’anno per Napoli non bastano»

Il neo sindaco di Napoli: sul debito del Comune risposta in manovra

di Vera Viola

«Ancora pochi i fondi che il Pnrr assegna a Napoli». Parole del neo sindaco di Napoli Gaetano Manfredi. Non è ancora entrato nel Palazzo di città, lo farà lunedì dopo la cerimonia del passaggio di consegne con il sindaco uscente, Luigi De Magistris. Intanto, l’ex rettore ed ex ministro lavora alla formazione della Giunta, non facile, sia per le sue aspirazioni ad avere profili alti e sia per le mille richieste dei partiti che lo hanno sostenuto contribuendo al successo al primo turno con il 63% delle preferenze. E soprattutto lavora a migliorare e rendere più concreto il programma elettorale e di governo. Cominciando proprio dalle risorse finanziarie di cui Napoli avrà bisogno.

Pensa che ci sia ancora la possibilità di ottenere più risorse?

Si parla all’incirca di 200milioni l’anno e di un miliardo in totale. Cifre orientative che andranno verificate una volta che saremo negli uffici del Comune. In ogni caso è poco. Sto interagendo con il Governo per rafforzare la dote della città. Nei prossimi giorni avrò incontri decisivi. Sta anche a noi, partecipare a bandi con progetti credibili. Su questo punto interverrà il Patto per Napoli.

In che senso?

Prima di accettare la candidatura a sindaco ho posto ai partiti al governo il problema dell’enorme buco, nemmeno ben quantificato, nel bilancio della città. E ho avuto garanzie che ci sarebbe stato un intervento per abbattere l’indebitamento del Comune. Ciò è necessario per liberare liquidità per la spesa corrente. E soprattutto per attuare la riorganizzazione della macchina amministrativa: abbiamo bisogno almeno di mille assunzioni e di competenze per fare progetti e spendere bene i fondi del Pnrr.

E allora, cosa si aspetta?

Mi aspetto in Finanziaria i primi atti per affrontare le questioni cruciali: debito del Comune e delle partecipate, e risorse umane. Senza queste risorse il Pnrr a Napoli, principale città di quel Sud che Bruxelles vuole far crescere, non potrà essere attuato.

Non teme di apparire come il sindaco che chiede assistenza?

Niente affatto. Sono convinto che Napoli meriti di più. E poi sono convinto anche che si debbano attivare investimenti privati. Ho avuto contatti con fondi di investimento e imprenditori: sono interessati a investire poiché Napoli è un brand, ma chiedono referenti autorevoli, regole certe e una burocrazia con tempi corretti. Sono possibili investimenti nel turismo, nel settore delle tecnologie e nella riqualificazione urbana.

E le imprese locali? 

Abbiamo da sempre rapporti molto costruttivi. E ora farei dei passi in avanti. Vorrei chiedere un forte coinvolgimento. Vorrei che gli imprenditori esprimessero il meglio in termini sia di investimenti che di responsabilità sociale.

Lei parla di inclusione e di collaborazione, poi la realtà è che anche per fare la giunta ci sono difficoltà.

Non drammatizzerei. Intendo comporre una giunta con personalità di alto profilo. Se i partiti sapranno indicarmele bene, altrimenti andrò avanti per la mia strada. Poi stiamo lavorando non solo alla Giunta ma allo staff in senso ampio. Ci saranno l’ex questore De Iesu e il professore Edoardo Cosenza.

Dovrà affrontare mille emergenze e guardare al futuro.

Abbiamo molteplici emergenze: asili nido, trasporti, rifiuti. Mancano gli impianti di compostaggio, ma posso assicurare che si faranno. Quanto ai grandi progetti, restano validi i programmi di Bagnoli e di Napoli Orientale, purtroppo rimasti lettera morta in oltre venti anni. Ma vorrei anche puntare a qualcosa che lasci un segno. Penso alla apertura del Molo San Vincenzo, il molo borbonico, e poi credo che sarebbe molto bello realizzare una lunga passeggiata pedonale e ciclabile da San Giovanni a Portici, lungo il Miglio d’Oro. E soprattutto vorrei riuscire a trattenere i giovani. Il nostro capitale umano, tutto, va trattenuto a tutti i costi.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©