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Ballottaggio a Torino - Lavoro, periferie e infrastrutture, è corsa a recuperare gli astenuti

Lo Russo vuole un’Agenzia di Sviluppo e promozione internazionale. Damilano: un assessorato al Recovery plan

di Filomena Greco

Le periferie, il lavoro, i progetti di rilancio per Torino. Questi i temi della campagna elettorale in vista del ballottaggio nel capoluogo piemontese. Una sfida elettorale che, dopo il primo turno, deve fare i conti con una percentuale di astenuti mai prima registrata – più di un avente diritto su due – e alcuni nodi politici sul piatto. Nel centrodestra a dettare la linea è stato il “civismo” del candidato Paolo Damilano, con il 38,9% delle preferenze e più di un terzo dei voti concentrati sulla lista «Torino Bellissima», mentre i big player Lega e Fratelli d’Italia sono usciti indeboliti dal voto. Nel centrosinistra – al candidato Stefano Lo Russo il 43,9% dei voti – il Pd ha serrato i ranghi (primo partito a Torino con il 28,6% dei voti) mentre la Lista civica più promettente guidata da Francesco Tresso, arrivato secondo alle primarie, non ha raccolto i risultati sperati.

Torino ha un gap sugli indicatori economici e sociali rispetto alle altre grandi città del Nord. A cominciare dal tasso di disoccupazione giovanile, sopra la media nazionale, e al Pil pro-capite. Temi che si sono progressivamente imposti nel dibattito in vista del voto, dopo essere rimasti in ombra in una prima fase. Chi guiderà la Città, dunque, si gioca una partita doppia: lavorare sui servizi di base, dall’anagrafe alle scuole fino alla raccolta rifiuti, e al contempo mettere in campo azioni per il rilancio economico del territorio. In primo piano per i due candidati la partita del Pnrr. Damilano si impegna ad avere un assessorato al Pnrr: «Dobbiamo lavorare per combattere la povertà, far crescere il Pil della città e generare ricchezza» dice durante l’ultimo faccia a faccia. Lo Russo ricorda le cifre in campo: «Parliamo di fondi stimabili in circa 1,1-1,2 miliardi, da spendere entro fine 2023, con un focus sui progetti. Lavoreremo su riqualificazione urbana, periferie e centro città». Il candidato del centrosinistra rilancia sul tema dell’attrattività della città e nel programma elettorale inserisce l’idea di un’Agenzia di Sviluppo e promozione internazionale. «Serve una corposa azione di semplificazione burocratica per chi vuole venire a Torino a fare impresa» spiega durante l’ultimo confronto televisivo.

Lavoro e inclusione sociale sono temi chiave per il futuro della città. «Il lavoro è la mia ossessione» dice Damilano che guarda come un modello il tessuto industriale bresciano e bergamasco. «Torino ha tratto beneficio dall’essere stata la città dell’auto, ma poi ne ha anche dovuto subire le conseguenze. Questo non deve più succedere, dovremo essere capaci di promuovere nuove occasioni». In tema di attrattività, nel programma Damilano parla di un Progetto di Marketing territoriale sul modello di quanto si fa a Manchester o a Lione. Tra le proposte di Lo Russo c’è quella di aprire nelle otto circoscrizioni un Centro per l’impiego che serva a far incontrare domanda e offerta. Con una attenzione duplice, da un lato alla formazione, dagli Its alle Università, dall’altro al problema del mismatch tra domanda e offerta di lavoro. «Chiamerò a raccolta sindacati e forze economiche - è l’impegno di Lo Russo - per stipulare un Patto che rilanci l’economia».

Sulle infrastrutture, Damilano propone un progetto di “people mover” – da valutare con uno studio di fattibilità nei primi 100 giorni – per attraversare a semicerchio i quartieri distanti dal centro, con una infrastruttura moderna e meno costosa della metro. Più avveniristico il progetto di un tunnel sotto la riva sinistra del Po e che possa attraversare la città. Per il candidato Lo Russo la priorità è portare a casa in tempi stretti la seconda linea metropolitana e raddoppiare l’estensione delle piste ciclabili, migliorandone la sicurezza.

Il futuro dell’auto è ancora centrale. Per Damilano Torino deve intercettare una parte delle ricadute industriali della trasformazione tecnologica, «ma la città deve scoprire nuove vocazioni industriali». Per Lo Russo Torino ha perso l’occasione della Gigafactory mentre resta in piedi l’ipotesi dell’insediamento da parte di Intel. «Ricerca, innovazione e ingegneria, questa la sfida su cui Torino deve lavorare in futuro nel settore auto».

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