Appalti

Terzo Valico, fuori Rettighieri: Salini torna al comando di Cociv: a giorni i vertici

di Alessandro Arona

Salini Impregilo, gruppo numero uno delle costruzioni in Italia, torna al comando del consorzio Cociv, il general contractor che in forza del contratto del 16 marzo 1992 con Tav spa (aggiornato con l'addendum del 28 ottobre 2011) ha il compito di realizzare per conto dello Stato la ferrovia ad alta capacità Genova-Novi Ligure/Tortona, detta Terzo Valico dei Giovi. Il provvedimento del prefetto di Roma Paola Basilone, infatti, firmato il 16 novembre su proposta e d'intesa con il presidente dell'Anac Raffaele Cantone (e in corso di pubblicazione), ha sancito l'anticipata cessazione dall'incarico dell'amministratore straordinario anti-corruzione Marco Rettighieri, facendo così tornare alla gestione ordinaria, e dunque nel pieno controllo dei soci, il consorzio Cociv. La società è controllata al 64% da Salini Impregilo, a cui spettano in via esclusiva le nomine dei vertici. Fonti di Salini Impregilo confermano che la società è pronta a tornare alla piena e diretta gestione di Cociv, e le nomine di presidente, direttore generale e gli altri manager avverranno entro pochi giorni, comunque entro la settimana.

Oltre al 64% di Salini Impregilo il consorzio Cociv vede le partecipazioni di Condotte d'Acqua al 34% e Civ al 5%; Concotte è in amministrazione straordinaria e ha firmato un preliminare per la vendita delle sue quote a Salini Impregilo, ma la cessione non è ancora definitiva. Marco Rettighieri era stato nominato amministratore straordinario il 3 marzo 2017 (e poi prorogato due volte fino al 15 gennaio 2019) dopo le inchieste per corruzione a Roma e Genova che hanno coinvolto i vertici del Cociv e imprese subaffidatarie. Il prefetto Basilone e Cantone hanno motivato la cessazione dell'incarico con il venir meno delle esigenze anti-corruzione, perché sono state tutte concluse con successo (senza ricorsi e senza corruzione) le gare previste per l'opera. In base all'accordo con la Ue di fine anni novanta, infatti, Cociv è tenuto a mettere in gara europea solo il 60% dei lavori civili previsti, e questa parte è stata concentrata nei primi 4 lotti costruttivi. Il quinto lotto, dunque, da 1.550 milioni, e il sesto, da 791, se e quando saranno sbloccati dal governo, potranno essere realizzati direttamente da Salini Impregilo o con affidamenti diretti a imprese terze, senza gare. Dunque - questa la motivazione di Basilone e Cantone - Rettighieri non serve più.

LA CESSAZIONE DI RETTIGHIERI
Il prefetto di Roma Paola Basilone, su proposta del presidente dell'Anac Raffaele Cantone, ha disposto venerdì 16 novembre la cessazione anticipata di Marco Rettighieri dall'incarico di amministratore straordinario del consorzio Cociv, general contractor dell'opera Terzo Valico ferroviario dei Giovi. L'incarico di Rettighieri, che aveva scadenza il 15 gennaio prossimo, è stato anticipatamente interrotto per «il pieno raggiungimento degli obiettivi assegnati e per il venire meno delle esigenze anticorruzione che ne avevano motivato la nomina», il 3 marzo 2017, ai sensi dell'articolo 32, comma 1, lettera b) del decreto legge 24 giugno 2014. n. 90 (nomina poi prorogata il 30 agosto 2017 fino al 15 gennaio 2018, e il 20 dicembre 2017 fino al 15 gennaio 2019). Questa la versione ufficiale raccolta da Radiocor Plus da fonti primarie del Ministero dell'Interno e dell'Anac. Entrambe confermano l'intesa tra il prefetto Basilone e il presidente dell'Anac Cantone. Il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli è dunque estraneo alla decisione, e il ministero delle Infrastrutture non ha per ora confermato che fosse a conoscenza e d'accordo con la decisione presa.

La scelta di "commissariare" il consorzio Cociv, raggrappamento di imprese a guida Salini Impregilo incaricato di realizzare il Terzo Valico (opera da 6,118 miliardi di euro), è maturata da parte dell'Anac, insieme all'allora ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, dopo le due inchieste giudiziarie (una a Roma e l'altra Genova) che hanno coinvolto con accuse di corruzione sia i vertici di Cociv che una serie di imprese appaltatrici. Marco Rettighieri, ex dirigente di Rfi, direttore di Telt (Torino-Lione), direttore dell'Atac a Roma, direttore generale di Expo anche in quel caso dopo le inchieste anti-corruzione, ha gestito Cociv - in base al Dl 90/2014 - esautorando completamente i soci privati (e accantonandone gli utili in apposito fondo), e rilanciando gare e cantieri del Terzo Valico, che dopo l'inchiesta avevano subito uno stop di quasi un anno, tra fine 2016 e fine 2017. ««Tutte le gare sono state realizzate senza ricorsi», spiegano al Viminale, e la stessa motivazione arriva dall'Anac: le esigenze di controllo statale anti-corruzione di inizio 2017 sono venute meno. Missione compiuta.

LASCIA ANCHE IL COMMISSARIO IOLANDA ROMANO
«Il Commissario di Governo per la realizzazione del Terzo valico dei Giovi, Iolanda Romano - ha annunciato il Ministero delle INfrastrutture domenica sera, il 18 novembre - ha rassegnato le dimissioni dal suo incarico. Romano ha contestualmente lasciato anche la posizione in seno all'Osservatorio ambientale della medesima infrastruttura. Il Mit la ringrazia per l'impegno profuso nel ruolo dal 2015 ad oggi. Il Governo sta valutando le soluzioni per il successore, la cui scelta avverrà in tempi brevi».

«Lascio una macchina che funziona, che ora può guidare qualcun altro. Questo il senso della mia decisione di dimettermi dall'incarico di Commissario per il Terzo Valico. Si tratta di una scelta professionale dettata dal desiderio di intraprendere nuove sfide e che è stata condivisa con il Ministero». Così in una nota Iolanda Romano spiega le proprie dimissioni da Commissario per il Terzo Valico.
«Dopo tre anni sento di aver raggiunto il mio obiettivo, che era quello di porre l'accento sul 'come accompagnare la realizzazione di un'opera' esclusivamente nell'interesse
pubblico, qualunque sia il progetto - aggiunge -. I metodi applicati, con la grande collaborazione di tutti gli enti - basati su partecipazione, ascolto del territorio, mediazione dei conflitti e trasparenza - hanno dimostrato di funzionare, anche alla scala di una grande infrastruttura. Ma d'ora in poi, per partire con il piede giusto, bisognerebbe applicare la nuova legge sul Dibattito pubblico».

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