Amministratori

Upb: dall’autonomia rischio di duplicazioni della spesa in burocrazia

Serve un sistema di monitoraggio più solido e strutturale da affidare in particolare alla commissione tecnica sui fabbisogni standard

Il disegno di legge Calderoli sull’autonomia differenziata prova a fissare una cornice a un processo federalista che altrimenti sarebbe andato avanti in ordine sparso. «La scelta di legare l’attuazione alla determinazione dei Livelli essenziali delle prestazioni è un passaggio di grande rilevanza», anche se limitato alle funzioni legate ai «diritti civili e sociali» soggetti a tutela costituzionale. Ma sul processo di decentramento pesa l’incognita di «possibili maggiori costi per la Pa nel suo complesso», perché «le strutture dell’Amministrazione centrale non fornirebbero più i servizi oggetto di autonomia rafforzata in una parte del territorio nazionale mentre sarebbe necessario attivare nuovi servizi amministrativi a livello decentrato».

Questa possibile duplicazione delle burocrazie è uno dei rischi centrali individuati dall’Ufficio parlamentare di bilancio nella sua audizione di ieri in commissione Affari costituzionali del Senato sul disegno di legge governativo sull’autonomia differenziata.

Quella portata a Palazzo Madama da Giampaolo Arachi, consigliere dell’Upb, non è una bocciatura. Perché il Ddl promosso dal ministro per gli Affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli nell’ottica dell’Autorità sui conti è un passo avanti rispetto ai tentativi portati avanti nel 2019 con le intese bilaterali in assenza di una disciplina generale.

Le possibili duplicazioni della spesa amministrativa sono però il segnale di una cornice che non è completa e che, secondo l’Upb, ha bisogno di «adeguati presìdi per garantire il coordinamento dellafinanza pubblica tra i diversi livelli di governo». Perché non è chiaro se il sistema punta a evolvere verso il modello delle Regioni autonome, «in cui le risorse evolvono indipendentemente dalle esigenze di spesa», o verso un assetto ispirato al federalismo fiscale, «dove le risorse sono periodicamente riviste per allinearle ai fabbisogni attraverso il fondo perequativo»: un bivio non irrilevante, anche perché nulla garantisce a priori che le compartecipazioni al gettito di tributi erariali, chiamate a sostenere il finanziamento delle Regioni, vadano a braccetto con i fabbisogni di spesa. Per questo l’Upb chiede un sistema di monitoraggio più solido e strutturale, da affidare in particolare alla commissione tecnica sui fabbisogni standard.

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