Appalti

Condotte, vale 200 milioni l'offerta non vincolante di Attestor. Ma restano 2 giorni

di E.T.

Il fondo equity Attestor Capital ipotizza la messa in campo di 50 milioni di euro di liquidità d'urgenza più altri 150 milioni al momento dell'eventuale omologa del concordato in continuità da parte dei creditori. Ma per ora si tratta solo di un'offerta non vincolante, e se non diventerà dettagliata e vincolante entro venerdì 6 il consiglio di gestione di Condotte dichiarerà la prossima settimana lo stato di insolvenza e chiederà al Mise il commissariamento straordinario legge Marzano.

I vertici della società di costruzione romana (numero tre in Italia fino al 2016) hanno confermato ieri mattina (4 luglio), al tavolo di crisi convocato al Ministero dello Sviluppo, la notizia riportata da Edilizia e Territorio il giorno prima, l'offerta non vincolante di Attestor. La lettera è arrivata direttamente dalla sede centrale di Londra.
Confermato anche che al momento l'offerta non prevede la partecipazione delle banche attualmente creditrici del gruppo. Il responsabile del Mise per i tavoli di crisi, Giampietro Castano (in carica dal 2007), ha però osservato nella riunione di stamattina che le banche dovranno comunque essere coinvolte nella partita, perché il piano di ristrutturazione del debito e di rilancio del gruppo dovrà essere approvato dalla maggioranza dei creditori. L'offerta non vincolante di Attestor contiene l'impegno a mantenere il personale del Gruppo (300 persone dirette, tra sede centrale e cantieri, e altri 500 nella quota Condotte in consorzi per specifici cantieri: questi sono i numeri secondo il Mise, mentre i tremila di cui parlano i sindacati sono probabilmente il perimetro potenziale che Condotte potrebbe avere attivando tutti i cantieri dei contratti in portafoglio).

Il consiglio di gestione di Condotte, in calendario per lunedì 9 luglio, è stato spostato al 10 per dare 24 ore in più all'eventuale trattativa, mentre è stata fissata per l'11 la riunione al Mise per depositare la richiesta di amministrazione straordinaria. Al tavolo di crisi del Mise è stato dunque confermato che l'eventuale offerta vincolante non potrà arrivare oltre venerdì 6, per dare poi 2-3 giorni di tempo (week end compreso) per una trattativa lampo e poi l'approvazione del piano nel consiglio di gestione del 10 luglio. A quel punto Condotte presenterebbe al Tribunale di Roma il piano per il concordato in continuità entro la scdenza del 17 luglio. Senza offerta vincolante, o se questa sarà giudicata insoddisfacente, il 10 si arriverà in consiglio di gestione con dichiarazione di insolvenza da presentare al tribunale e richiesta di commissariamento da portare al Mise il giorno dopo.

Il tempo per salvare la continuità aziendale del gruppo Condotte è comunque agli sgoccioli. Da gennaio a oggi tutti i cantieri della società si sono progressivamente fermati: oggi la cassa è azzerata, le sedi Inps non rilasciano i Durc, i lavoratori sono senza stipendio. Importanti commesse aggiudicate, dalla Città della Salute a Sesto (Milano), al carcere di Bolzano, il lotto del Brennero (ferrovia), il ponte in Danimarca, non hanno ancora il contratto firmato (oltre a specifici casi di ricorsi di altre imprese sulla gara) perché Condotte non è in grado di rilasciare le garanzie richieste. Quale che sia dunque la strada, concordato in continuità o commissario, i fondi per ricostruire la cassa dovranno arrivare molto presto per non perdere queste importanti commesse.

SINDACATI PREOCCUPATI
«Fortissima preoccupazione» esprimono i sindacati dell'edilizia, Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil, in relazione alla crisi Condotte, per quella che definiscono «l'ennesima battuta d'arresto nel percorso di richiesta di accesso alla Legge Marzano, soluzione che in questa difficilissima situazione sarebbe invece in grado di garantire gli attuali perimetri occupazionali, anche attraverso il ricorso agli ammortizzatori sociali». Il riferimento è alla nuova apertura di una seppure flebile trattativa tra la società e il fondo Attestor Capital, che ha presentato un'offerta non vincolante per il salvataggio del gruppo. «Al tavolo il 4 luglio - proseguono i sindacati - abbiamo chiesto all'impresa quali siano le garanzie occupazionali ed il piano industriale a corredo di questa operazione - proseguono i sindacati - ma la verità è che garanzie sui 3000 posti di lavoro non ce ne sono»
«Intanto - spiegano i sindacati in un comunicato congiunto - la situazione dei cantieri è di sostanziale blocco, le retribuzioni dei dipendenti diretti sono ferme a due mesi fa, per le consortili invece gli stipendi non pagati arrivano in alcuni casi fino a 4. Il Mise ha aggiornato il tavolo all'11 Luglio precisando che in caso di accettazione da parte di Condotte della proposta di Attestor, il fondo dovrà essere presente al tavolo per fare chiarezza sul futuro dei dipendenti. Dopo i tre giorni di sciopero di questa settimana culminati con il presidio dei lavoratori al Mise in concomitanza con il tavolo di oggi, nei prossimi giorni si terranno le assemblee dei lavoratori della sede di Condotte e dei cantieri per decidere le prossime iniziative».

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