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Pnrr, 1,5 miliardi per la gestione rifiuti ma le graduatorie restano fantasma

Al ministero dell’Ambiente già quattro mesi di ritardo per l’individuazione dei progetti

di Gianni Trovati

Il governo vuole rimettere in discussione i programmi di spesa del Pnrr travolti dall’inflazione nata dalla ripresa post-pandemica e poi infiammata dall'invasione russa dell’Ucraina. Il tasso di preoccupazione dei sindaci è in salita rapida quanto quello dei prezzi, e ha animato le discussioni sopra e lontano dal palco dell’assemblea nazionale dell'Anci che si è tenuta a Bergamo la scorsa settimana. Ma ad agitare gli amministratori, più del dibattito generale sulle modifiche eventuali al piano, sono i ritardi che cominciano ad accumularsi sugli investimenti in calendario: ritardi nati e cresciuti a Roma, nei ministeri.

Gli inciampi segnalati a più riprese nelle scorse settimane da questo giornale sulla Missione 4 dedicata ad asili nido e scuole hanno già portato a una revisione del calendario, con lo slittamento al 31 maggio dei termini per l’aggiudicazione dei lavori e l’impegno a negoziare con la Ue un ritocco al termine del 30 giugno per l’avvio delle opere. Lo stesso è accaduto per la messa in sicurezza delle scuole di Comuni e Province. Ma non è solo il ministero dell’Istruzione ad andare in affanno.

Ora sotto i radar sta finendo il ministero dell'Ambiente. Lì in gioco ci sono prima di tutto gli 1,5 miliardi per l’economia circolare (Missione 2, Componente 1 del Pnrr). In sintesi estrema: le linee di intervento sono tre, dedicate alla meccanizzazione della rete di raccolta differenziata (600 milioni), agli impianti di trattamento dei rifiuti urbani (450 milioni) e a quelli per la gestione di prodotti assorbenti, fanghi di acque reflue e pelletteria (450 milioni). Le graduatorie dei progetti finanziati avrebbero dovuto vedere la luce entro inizio agosto. Nessuna delle tre è ancora stata definita.

La scadenza chiave per questo filone sembra ancora lontana, perché chiede di individuare entro la fine del prossimo anno i soggetti chiamati a realizzare le opere. Ma l’apparenza inganna. Perché la gran parte dei progetti, e in particolare quelli che poggiano sulla realizzazione di nuovi impianti, per partire hanno bisogno della valutazione di impatto ambientale (Via) e della valutazione ambientale strategica (Vas). E per quanto regole e prassi della commissione Via abbiano registrato un’accelerazione drastica rispetto al passato, la strada per raggiungere l’obiettivo comincia già ad apparire strettissima.

Ad assorbire un tempo decisamente superiore al previsto è la tappa preliminare del cammino, rappresentata appunto dalla definizione delle graduatorie. La commissione di valutazione che si è insediata il 3 maggio avrebbe dovuto proporle entro 90 giorni, quasi quattro mesi fa. Invece della mappa dei progetti finanziabili, però, sono arrivate le proroghe. Che hanno investito in misura maggiore proprio la prima linea d'intervento, la più ricca e la più strategica per i Comuni con i suoi 600 milioni per la raccolta differenziata. Il termine iniziale è slittato prima al 20 novembre e poi al 20 dicembre, con decreti nei quali il ministero ha corretto il calendario che lui stesso aveva fissato nei decreti precedenti. Sulle altre due linee per ora sono invece stati pubblicati gli elenchi delle proposte valutate, con l’elenco di quelle sospese o escluse e l'avvio delle verifiche preliminari per arrivare poi alla graduatoria definitiva. E intanto il tempo corre.