Urbanistica

I cantieri del Mose di Venezia ripartono il 1° marzo e dureranno 18 mesi

Mims: criticità finanziarie del Consorzio Venezia Nuova risolte entro il 28 febbraio

di El&E

La realizzazione del Mose di Venezia - il cui cronoprogramma (inviato alla Corte dei Conti per controllo di legittimità) indica il completamento a 18 mesi delle opere civili ed elettromeccaniche - non prevede ritardi. Lo precisa il ministero delle Infrastrutture in una nota di smentita alla notizia di slittamento dei lavori di completamento dell'opera al 2025 riportata dal quotidiano La Nuova Venezia. Un tempo superiore ai 18 mesi del cronoprogramma, precisa il Mims, «è previsto soltanto per quelle opere che, come la conca di Malamocco, hanno subìto danni dovuti per cause esterne. Il resto della tempistica indicata nel cronoprogramma riguarda i collaudi e le attività di consegna dell'intera opera allo Stato». «L'Atto Aggiuntivo (della convenzione tra il Provveditorato e Consorzio Venezia Nuova, ndr) stabilisce inoltre che la fase di avviamento (test, collaudo e consegna allo Stato), già iniziata, avrà una durata complessiva di quattro anni». «Data la caratteristica sperimentale del Mose - aggiunge la nota del ministero - questa proseguirà anche dopo che l'opera sarà completata».

«I cantieri - afferma il ministero - potranno riaprire una volta risolta la fase di criticità finanziaria che sta attraversando il concessionario Consorzio Venezia Nuova, entro il prossimo 28 febbraio. A partire da marzo 2022, inizierà la conta dei 18 mesi come da cronoprogramma». «Lo slittamento dei tempi di completamento del Mose rispetto alla previsione iniziale - conclude la nota - è stato causato, infatti, dalla disponibilità frazionata e intermittente dei finanziamenti – problema ora risolto - oltreché dalle conseguenze dei precedenti eventi meteomarini avversi».

Anche le risorse economiche necessarie al completamento e avviamento dell'opera sono definite, conferma il ministero: «sono state già rinvenute e assegnate, attingendo per quanto riguarda l'ultima tranche, di circa 538 milioni di euro, ai risparmi ottenuti dalla riduzione degli interessi passivi su precedenti finanziamenti pluriennali». Tali risorse aggiuntive, precisa infine il ministero, «finanziano anche opere di salvaguardia della laguna che non riguardano il Mose (Piano Europa e altre).

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