Progettazione

Inflazione, attese oltre 115mila domande di ingegneri e architetti per i 200 euro di bonus

Le prime stime delle Casse (sui redditi 2020) confermano la capienza per tutti i possibili richiedenti dell’aiuto

di Valentina Maglione e Valeria Uva

Oltre 150mila avvocati, 115mila tra architetti e ingegneri, 30mila commercialisti, più di 14mila ragionieri e 11mila consulenti del lavoro. Ai quali vanno aggiunti circa 43mila geometri e 40mila medici liberi professionisti. Sono queste le categorie più numerose che a giorni potranno richiedere il bonus di 200 euro anti inflazione, riservato dal decreto legge Aiuti (50/2022) a chi ha redditi fino a 35mila euro.

In tutto, per i professionisti ordinistici si stima una platea potenziale sopra i 450mila destinatari, non esclusendo che alla fine ci si possa anche avvicinare di più alla soglia dei 478mila beneficiari coperta dai 95,6 milioni stanziati con l’ultimo incremento del Fondo per gli autonomi recato dal decreto legge 115/2022. Ma non si dovrebbe comunque superarla: sia perché le stime – che le Casse previdenziali hanno comunicato al Sole 24 Ore del Lunedì – si basano solo sui redditi professionali, mentre per il bonus va considerato il reddito complessivo (incluse, ad esempio, le entrate da case date in affitto, ma esclusa l’abitazione, eventuali Tfr e arretrati soggetti a tassazione separata); sia perché le previsioni fornite dalle Casse ora non possono che basarsi sui redditi 2020, anno di incassi contratti per molti professionisti.  Anche l’importo contenuto del bonus potrebbe limitare le richieste.

E infatti anche secondo l’Adepp, l’associazione degli enti previdenziali, lo stanziamento «si rivela capiente rispetto alla platea dei beneficiari». Anche se l’erogazione avverrà in ordine cronologico di presentazione, quindi, per tutti ora il messaggio è di non affrettarsi a inviare le domande: la data di avvio sarà fissata due giorni dopo la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del decreto attuativo (prevista per questa settimana, dopo la registrazione della Corte dei conti) ma comunque non prima del 20 settembre. Sempre Adepp fa sapere che ci sarà tempo fino al 30 novembre per le domande.

Rassicurazioni analoghe anche dalle singole Casse. Valter Militi, alla guida di Cassa forense, non prevede una corsa degli avvocati come accaduto per il bonus 600 euro due anni fa: «Non solo l’importo stavolta è inferiore ma non c’è neanche la paralisi totale dell’attività professionale come accaduto con il lockdown».

I numeri

Il maggior numero di domande è atteso per gli avvocati, come è già avvenuto per il bonus 600-1.00 euro: 156mila ipotizzate da Cassa forense (24.810 i professionisti sotto i 35mila euro in Campania, oltre 19mila nel Lazio e 15mila in Puglia). Più contenute, ma sempre alte in rapporto agli iscritti, le platee stimate da biologi e giornalisti (15mila domande ciascuna), 16mila dai veterinari, 9.500 dai periti industriali («la nuova copertura finanziaria può evitare la corsa al click day» rassicura il presidente Paolo Bernasconi), circa 6mila per il pluricategoriale Epap, poco più di 2.800 per i periti agrari e agrotecnici di Enpaia e solo 200 dai notai.

I pensionati

È già possibile un primo bilancio dettagliato per i professionisti in pensione che hanno iniziato a ricevere il bonus da luglio:  in 67.362 hanno ricevuto l’aiuto (esclusi quindi quelli che per via di una doppia contribuzione potrebbero averlo avuto dall’Inps). I più numerosi sono i medici (16.958) seguiti dai 14.152 architetti e ingegneri, 11mila avvocati e 9.687 geometri.

I controlli

I professionisti inoltreranno le domande alla propria Cassa passando attraverso l’area riservata, con una procedura piuttosto semplice perché i requisiti di reddito, di iscrizione alla Cassa (con almeno un versamento dal 2020) sono tutti autocertificabili, allegando un documento di identità (ma per i consulenti del lavoro di Enpacl potrebbe bastare lo Spid). Per i biologi Enpab, che ha anticipato la dichiarazione reddituale al 15 settembre, renderà disponibile già da oggi il modello. mentre Cassa commercialisti metterà a disposizione anche un modulo per la richiesta di revoca.

In assenza di dati aggiornati, i controlli saranno in molti casi formali. O automatizzati sui requisiti soggettivi come per Inarcassa che in fase di accesso alla piattaforma verificherà l’iscrizione, lo status di dipendente o pensionato, la presenza della contribuzione richiesta e «l’eventuale entità del reddito professionale se già dichiarato». Così anche Eppi, Enpaf, Inpgi ed Enpav. Enpam farà anche verifiche sulle domande dei medici per evidenziare eventuali anomalie rispetto ai redditi già dichiarati: ad esempio, precisa l’ente, su «iscritti che in passato hanno già dichiarato un reddito superiore ai 35mila euro».

Ulteriori verifiche sui redditi potranno essere fatte a posteriori. Così, ad esempio, i controlli di Cassa ragionieri «partiranno da gennaio – dice il vicepresidente Giuseppe Scolaro – in coordinamento con l’agenzia delle Entrate. Prima dobbiamo aspettare di avere tutte le comunicazioni dagli iscritti».

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