Appalti

Dl Aiuti, la revisione prezzi sulle opere non genera aumenti a cascata per direzione lavori e sicurezza

La precisazione del Servizio giuridico del ministero Infrastrutture su richiesta di una stazione appaltante

di Mauro Salerno

Il meccanismo di revisione prezzi previsto dal decreto Aiuti (articolo 26) riguarda solo il costo dei lavori (inclusi prodotti e attrezzature). Dunque non può essere in alcun modo utilizzato per ricalcolare al rialzo, a cascata, anche le parcelle sostenute dalla stazione appaltante per i servizi da svolgere in corso di esecuzione, come la direzione lavori e il coordinamento della sicurezza. La precisazione è del Servizio giuridico del ministero delle Infrastrutture in risposta alla richiesta di chiarimento inviata da una stazione appaltante.

La domanda al centro del quesito (consultabile qui) riguardava la possibilità di adeguare al rialzo gli onorari riconosciuti per i servizi connessi all'esecuzione dell'appalto una volta rivisto in aumento il costo dei lavori sulla cui base vengono appunto calcolate le parcelle professionali. Una domanda, segnala la stazione appaltante autrice del quesito, resa legittima dall'incrocio delle norme sulla revisione prezzi contenute prima nel decreto Sostegni-ter (Dl n. 4/2022, articolo 29) e poi dal decreto legge Aiuti (articolo 26).

Il meccanismo previsto del primo decreto, che obbliga le Pa inserire la clausola di revisione prezzi nei bandi di gara, riguarda tutti i contratti pubblici, dunque anche servizi e forniture. Allora, è il ragionamento della Pa, visto che quel meccanismo «interessa anche i servizi, si ritiene che a fronte dell'aggiornamento dei corrispettivi dei lavori, debba necessariamente applicarsi anche il corrispondente adeguamento dei corrispettivi dei servizi legati alla fase esecutiva (direzione lavori e coordinamento sicurezza) mediante ricalcolo della parcella tenendo conto del nuovo importo lavori determinato mediante applicazione» della revisione prezzi prevista dal decreto Aiuti (aumento immediato del 20% del costo dei lavori).

Il Mims sbarra la porta alla Pa che « chiede conferma della correttezza» delle proprie argomentazioni. Sul punto il ministero ricorda infatti che «il meccanismo compensativo previsto» dal decreto Aiuti « riconosce un adeguamento dei prezzi, con relativa adozione dello stato di avanzamento dei lavori, emissione del certificato di pagamento e corresponsione del relativo pagamento, unicamente con riguardo alla determinazione del costo dei prodotti, delle attrezzature e delle lavorazioni eseguite dall'appaltatore». Con la conseguenza che non è «invece, previsto alcun adeguamento dei corrispettivi dovuti per servizi».

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