Urbanistica

Pedemontana lombarda, aumentano i costi: il secondo lotto sfiora i 2 miliardi

La società aspetta la rivalutazione di Webuild a causa del caro-energia. Il nuovo traguardo invididuato sono le Olimpiadi invernali del 2026

di Sara Monaci

Se gli extracosti dovuti al caro energia promettono di complicare la tabella di marcia dei cantieri di tutte le infrastrutture, per l’autostrada Pedemontana, la strada lombarda da 67 chilometri che aspetta da decenni di essere completata, il problema si fa ancora più pesante. Il secondo lotto, il B2, 9,5 chilometri da Lentate sul Seveso allo svincolo di Cesano Maderno (prevalentemente in galleria artificiale e trincea), valeva, secondo i programmi iniziali 1,4 miliardi, ma adesso promette di sfiorare i 2 miliardi con la nuova revisione dei costi. Revisione che la società vincitrice Webuild ha già comunicato a Regione Lombardia di voler terminare nei prossimi mesi.

La comunicazione è arrivata recentemente ai vertici di Palazzo Lombardia, che da 2 anni controlla la società Pedemontana. Webuild userà le possibilità offerte da codice degli appalti, alla luce dell’ultimo decreto del governo Draghi. In Lombardia si aspettano una valutazione complessiva di almeno 1,8 miliardi. Una cifra realistica, che la società per ora nè smentisce nè conferma, visto che l’analisi è in corso.

Per Pedemontana si tratta di un nuovo ostacolo, che probabilmente le casse della Lombardia riusciranno a superare, ma non senza rivedere l’opera completa, stimata inizialmente 5 miliardi. Già lo scorso anno era stata avanzata l’ipotesi piuttosto concreta di ridurre il tracciato, per risparmiare quasi un miliardo; ora gli extracosti impongono ancora di più una valutazione di questo tipo, e non tanto per risparmiare, quanto per evitare una spesa non più gestibile con il piano industriale e finanziario.

Il tratto D dunque, circa 17 chilometri, potrebbe essere davvero sacrificato per portare a termine almeno la parte considerata indispensabile, i 16 chilometri del tratto C, da Cesano Maderno a Usmate Velate, che permetterà il decongestionamento a Nord di Milano. A quel punto la strada potrebbe ricongiungersi alla Tangenziale Est di Milano e collegarsi così alla Autostrada 4. Un anno fa la stima era di un miliardo di costi risparmiati, oggi ancora di più. Gli extracosti dunque potrebbero incidere anche su questa decisione.

Il traguardo individuato per la realizzazione adesso è il 2026, anno delle Olimpiadi invernali di Milano e Cortina. Dell’opera si era parlato anche nel dossier Expo 2015, ma per quella data venne realizzato solo lo svincolo di Lomazzo.

A parte le risorse, fatto di non poco conto, i cantieri ora potrebbero ripartire visto che il Tar ha bocciato il ricorso della seconda classificata per il lotto B2. Rimane l’incognita di un possibile ricorso al Consiglio di Stato. Toccherà al presidente Luigi Roth e alla Regione Lombardia decidere su come e quando ripartire con i cantieri. Già in passato un contenzioso bloccò per due anni l’opera: quello con Strabag, terminato nel 2020 con il pagamento di 25 milioni da parte di Serravalle, ex capogruppo di Pedemontana. Una storia infinita, dunque, che continua a trovare ostacoli.

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