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Torino, M5S in caduta ma può essere decisivo nella sfida tra Lo Russo e Damilano

La partita elettorale resta aperta a Torino con i due candidati favoriti, Stefano Lo Russo per il centrosinistra e Paolo Damilano per il centrodestra al ballottaggio. Il testa a testa tra i due era atteso, il vantaggio del centrosinistra (43,6% contro 38,8%), sebbene di pochi punti, invece no. Così come a sorpresa sono arrivati risultati deludenti per Lega e Fratelli d’Italia, sin dall’inizio dello spoglio poco sopra il 10%, in linea con le preferenze raccolte dalla lista civica in capo al candidato Damilano, «Torino Bellissima», a fronte di un Pd rimasto di poco sotto il 30%. La difficile partita dei possibili accordi in vista del secondo turno rende incerto il risultato a Torino dove a pesare sarà una parte di quel voto anti-sistema che nel 2016 aveva portato alla vittoria di Chiara Appendino, al primo turno e a nove punti di distacco da Piero Fassino. Già ieri Stefano Lo Russo ha detto no a possibili apparentamenti con il Movimento, ma la vittoria al primo turno dei candidati di Bologna e Napoli conferma che «l’alleanza sul fronte progressista» di cui ha parlato il leader dei 5 Stelle Giuseppe Conte ieri è la strada per mettere in sicurezza la vittoria. Dall’altro lato c’è da dire che la distanza tra i due mondi, Pd e 5Stelle, a Torino condiziona più che altrove un possibile dialogo e forzare la mano potrebbe danneggiare al secondo turno il centrosinistra. Dall’altra parte Damilano - che ha definito un «risultato storico» aver portato il centrodestra al ballottaggio - ha meno margini di manovra, ma il secondo turno può spingere al voto gli indecisi.

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