Appalti

Documento di gara elettronico/2. Gli enti si adeguano al sistema digitale ma non mancano ritardi

di Massimo Frontera e Alessandro Lerbini

La gestione interamente telematica delle gare di appalto non ha provocato disagi evidenti alle stazioni appaltanti ma non manca qualche rallentamento. Dal 18 ottobre è entrata in vigore la norma del codice appalti (articolo 40, comma 2) che stabilisce che le comunicazioni e gli scambi di informazioni tra enti e imprese devono avvenire esclusivamente per via elettronica. E lo stesso vale per il Dgue, il documento che serve alle imprese a certificare l'assenza di motivi di esclusione da una gara. L’Anci nei giorni scorsi aveva suggerito alle pubbliche amministrazioni in ritardo che è ancora possibile accettare offerte consegnate in buste e plichi con l'unica accortezza di sostituire, all'interno, i documenti di carta con supporti informatici tipo cd o chiavette.
Soluzione ritenuta superata - in base a quanto raccolto da «Edilizia e Territorio» - da quegli enti che già hanno aderito a piattaforme digitali per lo svolgimento delle procedure.

«Noi ci serviamo già da tempo, e con grossa soddisfazione, della piattaforma della Regione Lombardia Sintel - afferma Maria Luisa Beccaria, responsabile dell’ufficio appalti del Comune di Voghera -. Funziona meglio di Mepa e Consip ed offre corsi gratuiti per gli enti. Inoltre ha un call center che funziona e dove sono bravi a risolvere eventuali problemi. Le gare sono tracciate e per noi è un sinonimo di garanzia».

Sintel è la piattaforma di e-procurement della Regione Lombardia, istituita con lo scopo di realizzare un sistema di intermediazione telematica che supporti la Regione e tutte le pubbliche amministrazioni della Lombardia (e non solo) nella realizzazione delle proprie gare. Sintel consente agli enti, in completa autonomia, di realizzare gare sopra e sotto soglia comunitaria, interamente online, usufruendo dei servizi di formazione ed affiancamento operativo. La piattaforma è utilizzata anche in Piemonte, Liguria e Veneto. «Anche noi aderiamo a Sintel - dichiara Francesca Secondini, responsabile dell’ufficio appalti del Comune di San Giovanni Lupatoto (Verona) - ma al momento non abbiamo gare aperte».

Il Comune di Maranello (Modena) fa parte della Centrale di committenza dell’Unione comuni distretto ceramico: «Noi abbiamo aderito a Sater, Sistema acquisti telematici dell'Emilia-Romagna - afferma la responsabile dell’ufficio appalti Maria Gabriella Schirru. E chi non lo ha ancora fatto si sta adeguando. Per le gare promosse prima del 18 ottobre proseguiamo con le vecchie regole. Come centrale di committenza abbiamo ricevuto comunicazione da parte di Intercent-ER di utilizzare Sater e devo dire che gli operatori sono molto disponibili e gentili».

Segnala qualche rallentamento invece il responsabile dell’uffico appalti del Comune di San Vito dei Normanni, Francesco Palma: «Al momento - sostiene - non ci siamo ancora adeguati. Lo faremo all’occorrenza. Le nuove regole introdotte dal 18 ottobre hanno provocato qualche ritardo e noi al momento non stiamo pubblicando gare. Per i bandi oltre i 40mila euro aderiamo alla Stazione unica appaltante della provincia di Brindisi che ha la propria piattaforma. So però che molti enti sono in difficoltà perché ci si adegua sempre all’ultimo».

Sono invece già in linea - da molto tempo prima della scadenza ultima del 18 ottobre - le grandi stazioni appaltanti “informatizzate” come la centrale acquisti della Consip, che riveste il ruolo anche di soggetto aggregatore, e la centrale di committenza Invitalia.
«Dal 2012 utilizziamo la nostra piattraforma di gara telematica per l’e-procurement, quindi sulla scadenza del 18 aprile, sul formato elettronico per le offerte siamo in anticipo da anni - spiegano i tecnici di Invitalia -. E sulle nostre gare ci facciamo mandare i documenti firmati digitalmente». «Tuttavia - segnalano sempre i tecnici della strutture tecniche di Invitalia - la normativa italiana non è completa: mancano ancora alcune disposizioni che devono essere emesse dall’Agid (Agenzia per l’Italia digitale, nda) per quanto riguarda la parte tecnica dell’implementazione di questo Dgue e, quindi, effettivamente, le stazioni appaltanti che vanno sul sito della commissione europea per utilizzare quello che la Commissione europea ha messo a disposizione, non trovano la parte relativa all’attuazione della normativa italiana. Questa rappresenta una oggettiva difficoltà ad adempiere appieno alla completa digitalizzazione, secondo il modello sperimentale della commissione europea».

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