Urbanistica

Bonus edilizi, torna la proroga per le Cilas e prestito ponte solo per il 110%

La riapertura dei termini per le comunicazioni di inizio lavori andrà nella legge di Bilancio. Limiti per i nuovi finanziamenti garantititi: non riguarderanno le agevolazioni diverse dal superbonus

di Giuseppe Latour

La proroga del termine per la presentazione delle Cilas, uscita dalla porta mercoledì, ieri è rientrata dalla finestra. O, meglio, è rientrata per effetto del pressing che la maggioranza ha messo in piedi per tutta la giornata di ieri, fino al vertice nel quale, poco dopo le 18, il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti ha aperto un nuovo spiraglio alle comunicazioni che consentiranno di salvare il superbonus al 110% anche nel 2023.Il caso è nato con la presentazione delle riformulazioni, mercoledì sera. La riapertura della scadenza per le Cilas, dal 25 novembre al 31 dicembre, fino a quel momento considerata certa, si è di colpo dissolta. Il motivo è che i tempi per la legge di conversione del decreto Aiuti quater (con le modifiche al voto nella nottata per puntare alla chiusura in giornata), a causa del braccio di ferro sul superbonus, si sono allungati. E la fine prevista dei lavori si è progressivamente spostata a metà gennaio: troppo in là per indicare una scadenza al 31 dicembre.Così, è iniziato il pressing del relatore del provvedimento, Guido Quintino Liris che a metà giornata spiegava: «Sulle Cilas è emersa nelle ultime ore una problematica tecnica che può essere aggirata inserendo la proroga in manovra».

La soluzione, dopo l'incontro delle 18, è stata sposata da Giorgetti, secondo il quale la proroga al 31 dicembre «probabilmente confluirà nella legge di bilancio: perché è un problema di tempi di conversione di questo decreto legge; se il decreto sfora e l'approvazione definitiva va nel 2023 forse è meglio per tutti che sia» nella legge di Bilancio.La soluzione verso la quale si sta andando, allora, è quella di prevedere la proroga per le Cilas al 31 dicembre, ma in un ordine del giorno votato in Senato con l'Aiuti quater. Poi, in legge di Bilancio si voterà un emendamento, facendolo precedere forse già da oggi (o piuttosto martedì con l'approdo in Aula) da un "comunicato legge", che metta al riparo i contribuenti che vogliano presentare le comunicazioni entro fine anno. La pubblicazione della manovra, infine, chiuderà il cerchio, mandando in vigore la modifica il primo gennaio 2023 e dando copertura giuridica al comunicato stampa di via XX Settembre.Si tratterà comunque di una mini-proroga necessaria soprattutto per finalizzare le Cilas rimaste incagliate nella corsa alla comunicazione del 25 novembre. Infatti va detto che resta fermo il termine per le delibere condominiali, come ha spiegato ieri Giorgetti e come è stato anticipato nei giorni scorsi. E sarà il 24 novembre, fissato dal decreto Aiuti quater.

Chi ha fatto l'assemblea entro questa data per autorizzare i lavori, sarà al riparo e potrà presentare la Cilas entro fine anno. Per tutti gli altri, non ci sarà nessuna riapertura dei termini. Per il resto, il correttivo riformulato dal governo e su cui si voterà nella notte, conferma il prestito ponte, garantito da Sace, come strumento per assicurare liquidità immediata alle imprese che hanno crediti in pancia. Un prestito che non sarà però per tutti. Il meccanismo, così come proposto dal governo, esclude le imprese che hanno effettuato interventi legati a sconti fiscali diversi dal superbonus. Bonus facciate, sismabonus ed ecobonus, solo per fare qualche esempio, restano senza il supporto di liquidità che governo e maggioranza puntano a inserire nella legge di conversione del decreto Aiuti quater.La limitazione dipende dai requisiti che la nuova norma fissa per l'accesso alle garanzie.

Le imprese devono avere sede in Italia, devono rientrare nei codici Ateco 41 (costruzione di edifici) e 43 (lavori di costruzione specializzati) e devono realizzare interventi «di cui all'articolo 119» del decreto Rilancio. La formula, decisamente tecnica, rimanda in questo modo ai soli lavori di superbonus; tutte le altre agevolazioni fiscali sono, invece, elencate nell'articolo 121 di quel provvedimento, dove si parla di bonus 50%, di ecobonus, di bonus facciate, di sismabonus, di bonus barriere architettoniche al 75 per cento. Così, chi avrà effettuato solo lavori legati a questi sconti fiscali, in base alla nuova norma, non avrà accesso alla garanzia di Stato.Conferme, infine, per le altre modifiche in arrivo. Alle banche, ai gruppi bancari e alle assicurazioni sarà riconosciuta una cessione in più: il totale arriva così a cinque passaggi.

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