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Bollette, utility schierate contro l’Antitrust: nessun aumento illecito

Enel impugnerà il provvedimento: «Interpretazione errata di disposizione eccezionale»

di Sara Deganello

Da una parte l’avvio, da parte dell’Antitrust, delle istruttorie e dei provvedimenti cautelari nei confronti di Enel, Eni, Hera, A2A, Edison, Acea ed Engie per «proposte di modifica del prezzo di fornitura di energia elettrica e di gas naturale e le successive proposte di rinnovo delle condizioni contrattuali», in contrasto con l’art. 3 del Dl Aiuti bis, che sospende modifiche unilaterali dei contratti fino al 30 aprile 2023. Dall’altra le aziende, che rivendicando la propria correttezza e il rispetto delle regole, contestando l’interpretazione della norma da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm), nello specifico per i contratti scaduti: le aziende negano modifiche unilateriali nel corso di contratti vigenti, e sostengono di aver rinnovato le condizioni economiche alla naturale scadenza.

Enel ha annunciato che impugnerà il provvedimento. Il gruppo spiega, infatti, che «l’Autorità chiede di applicare l’articolo in questione anche ai rinnovi contrattuali, proponendo dunque un’interpretazione analogica errata di una disposizione eccezionale, in contrasto con le norme nazionali ed i regolamenti europei». Edison Energia ritiene «che l’interpretazione normativa dell’articolo 3 del decreto Aiuti bis data dall’Autorità sia del tutto illegittima, riservandosi di tutelare le proprie ragioni nelle sedi competenti». A2a Energia aveva già ieri ribadito di aver onorato tutti i contratti a prezzo fisso sottoscritti con i clienti fino a naturale scadenza, come pure il gruppo Hera: i rinnovi delle condizioni economiche sono avvenuti solo quando le stesse sono scadute. Plenitude, la società di Eni attiva nel ramo retail di gas e luce, ha precisato che «continuerà a collaborare con l’Agcm fornendo tutti gli elementi e chiarimenti necessari, convinta della correttezza del proprio operato che si riserva, in ogni caso, di tutelare nelle sedi opportune». E così anche Acea: «Riteniamo di aver agito verso i nostri clienti nel rispetto degli impegni contrattuali e delle norme vigenti. Collaboreremo con l’Autorità per dimostrare la correttezza del nostro operato».

Sul tema sono intervenute anche Elettricità Futura e Utilitalia, le associazioni che raccolgono le aziende del settore, chiedendo al Governo e al Parlamento «di intervenire chiarendo, come è previsto dall’art. 3 del Dl Aiuti bis, che è possibile aggiornare le condizioni economiche dei contratti di fornitura di energia alla scadenza delle stesse se si rispettano i termini di preavviso contrattualmente previsti e fermo restando il diritto di recesso dell’utente. L’intervento è urgente e necessario a fronte dell’errata interpretazione dell’art. 3 da parte dell’Agcm».

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