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Ance e Oice: pochi progetti appaltabili e Pa in affanno, a rischio le deadline del Pnrr

Il Recovery Plan scricchiola: risolvere criticità. Codice appalti: l'Ance chiede più puublicità ai bandi, l'Oice vuole la stretta sugli affidamenti diretti sottosoglia

di M.Fr.

L'attuazione del Recovery Plan scricchiola: a meno di non intervenire su alcune criticità, il rispetto delle scadenze fissate per la realizzazione delle opere pubbliche finanziate da Pnrr e Fondo complementare è fortemente a rischio. Oggi al Senato l'allarme è stato lanciato forte e chiaro in particolare da due associazioni dei principali operatori coinvolti nella realizzazione, i costruttori edili dell'Ance e le società di progettazione dell'Oice. L'occasione è l'audizione presso le commissioni riunite Affari costituzionali e Istruzioni per l'esame del disegno di legge di conversione del Dl di attuazione del Pnrr n.36/2022. Ciascuno dal proprio punto di vista - e con numeri derivanti da rispettive rilevazioni di settore - Ance e Oice hanno detto la stessa cosa puntando il dito su due anelli deboli. E questa volta il caro materiali e il caro energia non c'entrano. Il primo aspetto critico è il fenomeno della cronica carenza di progetti concretamenti appaltabili (i famosi progetti "cantierabili") da parte delle stazioni appaltanti. Si parla in particolare delle migliaia di enti locali che complessivamente rappresentano il principale mercato pubblico di riferimento per le costruzioni. Il secondo aspetto critico - anche questo non nuovo - riguarda invece le risorse umane, e consiste nella desertificazione delle strutture tecniche delle committenze pubbliche. Ancora una volta si parla degli enti locali.

«Mancano misure in grado di intervenire su uno dei principali ostacoli al rispetto dei tempi previsti dal Piano europeo, ovvero la carenza di progetti esecutivi», ha detto il direttore dell'Ance Massimiliano Musmeci citando una recente indagine condotta dall'Ance presso gli enti locali, secondo cui «circa 2/3 degli interventi candidati e/o finanziati con il Pnrr è ancora allo stato progettuale preliminare». «Occorre quindi favorire la progettazione, prevedendo maggiori risorse dedicate, e supportando maggiormente gli enti nella gestione delle iniziative finanziate con il Pnrr in tutte le fasi realizzative a partire dalla progettazione», ha detto. Occorre garantire inoltre un maggiore sostegno sul piano delle risorse umane. In questo caso Musmeci ha citato il ministero dell'Interno, titolare di 12 miliardi di risorse per l'edilizia. «L'assunzione di sole 20 unità di personale e le risorse previste, pari a poco più di 4 milioni di euro, appaiono insufficienti - ha sottolineato - in considerazione sia del numero di progetti previsti, 60mila, sia degli enti coinvolti, 8mila comuni, con i quali il ministero dovrà rapportarsi nella gestione dei finanziamenti». Anche l'Oice ha segnalato la stessa doppia criticità, attraverso i dati raccolti dal suo osservatorio sulle gare pubbliche di progettazione.

Negli ultimi l'Oice ha censito 268 gare per servizi tecnici e appalti integrati di interventi a valere su risorse del Pnrr e Pnc, per un importo totale di servizi di 369 milioni riferibili a circa 6,7 miliardi di lavori. Ma il dato interessante è che sul totale di 268 gare 40 - pari al 15% del totale - riguardano servizi di supporto alla stazione appaltante e ai Rup affidati con accordi quadro, per un valore di 42,3 milioni di euro. Una tendenza che, secondo l'Oice è indice di una debolezza e che andrebbe risolta aprendo maggiormente al supporto esterno per svolgere funzioni che la Pa non riesce a svolgere. «È questo dato - cioè l'emissione di bandi per supporto al Rup - che conferma le preoccupazioni per l'attuazione procedurale nei tempi previsti dal Pnrr», sottolinea l'Oice. «Al momento - prosegue - la maggior parte delle amministrazioni non sembrano essere attrezzate a reggere l'impatto del rilevante numero di gare da svolgere e di contratti da seguire nella fase di esecuzione; forse lo saranno quando saranno operativi i tecnici assunti con i concorsi di questi mesi, ma parliamo in ogni caso di giovani che potranno in qualche modo adiuvare i tecnici esistenti, ma difficilmente si potranno utilizzare per i delicati compiti di gestione delle procedure e della esecuzione dei contratti». «Tutto questo - aggiunge l'associazione delle società di progettazione - sarà ancora più difficile in ragione delle scadenze per l'impegno delle risorse, prima, e per la conclusione dei lavori, dopo». «Considerando quindi che le scadenze sono ben definite, da tempo Oice segnala la necessità - nonostante il Governo abbia scelto la strada del ricorso all'in house e alle collaborazioni fra enti locali e centrali di committenza - di valutare anche l'opzione di un massiccio ricorso ad affidamenti di supporto alle stazioni appaltanti per gestire le procedure, verificare i progetti e seguire i lavori in maniera efficace ed efficiente».

Codice appalti/Oice: su affidamenti diretti soglia a 75mila euro
In tema di codice appalti l'Oice segnala in modo particolare la necessità di una stretta agli affidamenti fiduciari, dimezzando in sostanza l'attuale soglia Ue sui servizi di ingegneria e architettura. «Ad oggi - segnala infatti l'associazione - l'innalzamento della soglia per l'affidamento di progetti al prezzo più basso e in via diretta fino a 139mila euro di compensi ha portato in un anno il numero dei bandi a scendere del 40,2% nella fascia 40mila/139mila euro. C'è stata quindi una - in parte necessaria, ratione temporis - riduzione dei livelli di trasparenza e concorrenza. A questi profili si potrebbero però affiancare altri e ben più preoccupanti problemi dal punto di vista di una possibile riduzione della qualità legata all'affidamento di questi interventi, visto che al di sotto dei 139mila euro l'affidamento avviene al prezzo più basso, senza quindi vagliare i profili tecnici delle offerte». «Riteniamo quindi - propone l'Oice - che si debba valutare l'opportunità di una limitazione della fascia per gli affidamenti diretti e al prezzo più basso, riportando la soglia ai 75mila euro del primo decreto semplificazioni».
La memoria dell'Oice

Codice appalti/Ance: più pubblicità per gli appalti Pnrr
Anche i costruttori dell'Ance hanno segnalato l'esigenza di intervenire sul codice, su una questione che attiene ai principi della concorrenza e della partecipazione delle piccole e medie imprese. I costruttori hanno chiesto di prevedere una più efficace pubblicità degli appalti del Pnrr nei casi in cui la stazione appaltante decida di avvalersi delle deroghe al codice (concesse dal decreto legge n.77/2021) - deroghe applicabili anche ai singoli lotti funzionali - pena il rischio di «un grave danno al mercato». «L'assenza, infatti, di una piena pubblicità delle procedure - ha spiegato il direttore Musmeci - rende assai difficile, se non impossibile, la partecipazione in raggruppamenti temporanei d'impresa, ossia di uno strumento chiave per la crescita delle Mpmi». «Per assicurare invece l'effettiva possibilità di manifestare il proprio interesse alla partecipazione da parte delle imprese - ha affermato - la pubblicazione degli avvisi dell'avvio di procedure negoziate dovrebbe avvenire sempre in un momento antecedente rispetto all'effettiva indizione della gara».
La memoria dell'Ance

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