Urbanistica

Rfi punta sui nuovi interventi: studi di fattibilità al via per 52 opere

In alcuni casi si tratta di opere già note e pianificate, poiché finanziate o inserite nel Pnrr

di G. Sa.

Mentre il Parlamento e il ministro delle Infrastrutture Giovannini si confrontano per dare un assetto definitivo al piano di investimenti delle Ferrovie con la scelta delle nuove opere da finanziare, Rete ferroviaria italiana (Rfi) lavora alacremente per rendere possibile l’avvio di nuovi interventi.

Il «documento strategico sulla mobilità ferroviaria», presentato a fine anno dal ministro in Parlamento, testimonia infatti l’attività che sta svolgendo la società per la rete guidata da Vera Fiorani con la predisposizione degli studi di fattibilità per 52 nuovi interventi (all’interno di questi vengono poi individuate 31 opere la cui progettazione di fattibilità è già avviata in quanto prevista prioritariamente dal Pnrr).

In alcuni casi si tratta di opere già note e pianificate, poiché finanziate o inserite nel Pnrr (è l’esempio della Roma-Pescara e del raddoppio della Pontremolese). In altri casi lo studio di fattibilità annuncia la prosecuzione di intervento su linee solo avviate dal Pnrr o dal contratto di programma (per esempio, i lotti successivi della Battipaglia-Potenza-Metaponto-Taranto o la seconda macrofase del collegamento Palermo-Catania). In altri casi ancora si tratta di opere che segnano una vera e propria svolta programmatoria, come l’alta velocità fra Bologna e Lecce e l’upgrade fra Bari e Taranto, opere connesse all’inserimento del corridoio Adriatico fra le nuove priorità della rete europea Ten-T. oppure, sempre in tema di estensione dalla rete di Alta velocità, gli studi di fattibilità per l’aggancio di Perugia e Terni alla rete dell’Alta velocità umbra. La gran parte delle opere (l’elenco completo è pubblicato in alto) sono però interventi medi e piccoli a servizio del territorio e danno una panoramica di dove si investirà dopo il Pnrr.

Forse è con qualche malizia che il documento ministeriale chiarisce da chi siano state segnalate le opere sottoposte a studio di fattibilità, perché delle 52 opere elencate 32 arrivano da segnalazioni dirette delle commissioni parlamentari.

Val la pena di ricordare che lo studio di fattibilità è una fase che avvia la fase della progettazione di fattibilità, oggi centrale anche ai fini degli appalti. Dallo studio si cominciano ad avere le prime evidenze sui costi dell’opera, sulla sua sotenibilità economica, sociale e ambientale e sulle possibili varianti progettuali da sottoporre a valutazione e dibattito.

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