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Otto competence center in campo - La graduatoria del Mise per assegnare 73 milioni di fondi pubblici

Sono otto i Competence center ammessi alla fase negoziale con il ministero dello Sviluppo economico per accedere ai finanziamenti pubblici. La graduatoria è pronta, sono solo due i candidati esclusi.

Al primo posto si è piazzato il centro che vede come capofila il Politecnico di Torino (Manufacturing 4.0), subito dietro c’è il Politecnico di Milano (Made in Italy 4.0). Seguono, in ordine, Alma Mater Studiorum Università di Bologna ( Bi-rex), Scuola Superiore Sant’anna di Pisa (Artes 4.0), Università di Padova (Smact), Federico II di Napoli (Industry 4.0), Consiglio nazionale delle ricerche (Start 4.0) e La Sapienza di Roma (Cyber 4.0). Sono rimasti fuori solo Centro siciliano di fisica nucleare, per mancanza di requisiti, e l’Università di Catania che ha raggiunto un punteggio non sufficiente.

I Competence center saranno poli di ricerca e trasferimento tecnologico in ambito «4.0» con partner pubblici e privati. Svilupperanno progetti in determinati ambiti di specializzazione e dovranno fornire servizi alle Pmi. In totale sono circa 400 le imprese che si sono alleate a una settantina tra università e organismi pubblici di ricerca pubblici. Un rapido elenco di alcune aziende in campo: Fca, Leonardo, Ge Avio, Tim, Ibm, Siemens, Eni, Brembo, Comau, Bonfiglioli, Ducati, Ima, Stm, Hitachi, Philip Morris, Electrolux, Danieli, Adler, Ericsson, Mermec.

Pubblicata la graduatoria, scatta ora la fase-due ovvero la negoziazione presso il ministero dello Sviluppo. Ogni singolo partenariato, che unisce componenti pubblici e imprese private, sarà convocato nelle prossime settimane per discutere i progetti, eventualmente migliorare le proposte. Poi, per ogni centro ammesso, sarà emanato il decreto di concessione che conterrà tra l’altro impegni, obiettivi, tempi e modalità di realizzazione dell’attività programmata, indicazione delle spese e dei costi ammissibili.

Vale la pena ricordare che ci sono a disposizione 73 milioni: pochi giorni fa il ministero ha elevato la dote che inizialmente ammontava a 40 milioni. In particolare, dei 33 milioni aggiuntivi, 20 milioni sono stati recuperati da fondi perenti del ministero mentre gli altri 13 verranno attinti dai fondi Ue per il Mezzogiorno, e andranno dunque ai centri costituiti al Sud. Una quota fino al 65% dei fondi dovrà supportare la costituzione e l’avviamento dei centri, nella misura del 50% delle spese sostenute per un massimo di 7,5 milioni per singola struttura. Almeno il 35%, invece, andrà a finanziare i progetti di innovazione presentati dalle imprese, sempre in misura del 50% e fino a 200mila euro. Le risorse, secondo la stima del ministero, dovrebbero essere sufficienti per tutti i centri ammessi.

Dopo un lungo ritardo, almeno un anno rispetto alla tabella di marcia, la costituzione dei Competence center dovrebbe dunque entrare nel vivo. Sul merito di tutto il piano non si è ancora espressa la nuova maggioranza di governo, né in campagna elettorale né nel contratto programmatico e sarà importante capire subito dal nuovo titolare dello Sviluppo se c’è intenzione di continuare su questa strada senza modificare nulla in corsa.

Intanto il ministero dello Sviluppo ha pubblicato il bando di gara per l’assegnazione di 3 milioni a progetti di potenziamento degli uffici di trasferimento tecnologico delle università e degli enti di ricerca pubblici. In particolare, 2,5 milioni sono destinati al rifinanziamento di progetti già agevolati negli anni scorsi e 500mila euro a nuovi progetti.

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