Imprese

Superbonus, oltre alla burocrazia pesa anche il caro-materiali

Il caso Fibre Net: «Lavoriamo a 1.200 cantieri, non si trova materia prima». La filiera edilizia al Governo: proroga e semplificazione

di Mauro Salerno

Non c'è solo la burocrazia a frenare la corsa agli interventi benedetti dal Superbonus 110%. Anche chi è riuscito o pensa di poter superare indenne la giungla delle autorizzazioni deve fare i conti con un nuovo ostacolo: l'impennata dei prezzi dei materiali di cantiere, che hanno un impatto pesante anche su uno degli interventi più gettonati del Superbonus, l'isolamento termico degli edifici.

L'allarme sulla fiammata dei prezzi dei prodotti da costruzione è stato lanciato dalle imprese già da qualche settimana. All'inizio l'attenzione era concentrata soprattutto sui prezzi dell'acciaio, cresciuto del 130% in pochi mesi. Quell'impennata - dovuta a forze di carattere macroeconomico, non limitate a ragioni di mercato o mercati nazionali - non è rimasta isolata, ma ha contagiato diversi altri materiali da cantiere, come il legno, i prodotti plastici e anche gli isolanti utilizzati per realizzare i "cappotti" degli edifici.

Il problema è che non si tratta solo di fare i conti con forniture dal prezzo impazzito. Chi lavora sul campo, come produttore o fornitore delle imprese, denuncia la grande difficoltà a raggranellare materia prima. Il rischio , allora, è che il meccanismo si inceppi.

L'allarme sulle forniture a rischio
Tra chi vede questo pericolo c'è Cecilia Zampa, amministratrice delegata di Fibre Net, azienda specializzata nella produzione di Frp, cioè rinforzi strutturali anti-sismici compositi a base di fibre. Un materiale hi-tech diventato di uso comune nei cantieri in cui entra in gioco la riparazione delle strutture, non solo a fini antisismici, sia in campo residenziale che delle infrastrutture (ponti e viadotti stradali e ferroviari).

Per produrre i suoi materiali nello stabilimento di Udine (85 dipendenti, 15 milioni di fatturato nel 2020) Fibre Net e acquista sul mercato europeo prodotti plastici. «Stiamo facendo i conti con un rallentamento importante che rischia di trasformarsi in un vero e proprio blocco - dice Zampa -. Utilizziamo materia prima che viene prodotta in Cina e dunque risente dell'assorbimento di materiali da parte del mercato cinese, ma anche del problema di trasporti. Oggi trasportare un container di materiale costa alla mia azienda 9mila euro, quando a novembre ne costava 1.700». Il risultato è «che oggi la distribuzione dei materiali in Europa viene gestita in slot». «Noi - segnala Zampa - stiamo cercando di acquisire uno slot in Spagna, ma è evidente che ci stiamo lentamente fermando. La mia azienda utilizza resine, pagandole, quando le trova, almeno il 30% in più di pochi mesi fa. Ma questo discorso vale ancora di più per materiali anche di utilizzo più tradizionale per l'edilizia come l'acciaio, con un prezzo che è cresciuto del 130% in pochi mesi, mentre il legno nello stesso periodo è più che raddoppiato come le plastiche e gli isolanti».

Il pericolo di inceppare la ripartenza dei cantieri a dispetto degli incentivi
Il rincaro degli isolanti rischia di diventare il tema-chiave per lo sviluppo dei cantieri legati al Superbonus che nella maggiorparte dei casi si fonda su interventi di isolamento termico. Fibre Net sta lavorando a circa 1.200 cantieri tra progettazione ed esecuzione in tutta Italia, facendo consulenza progettuale con circa 15 ingegneri strutturisti ai tecnici che seguono l'intervento sul campo con condomini o privati. «In questo momento siamo costretti a centellinare le forniture - dice Zampa - tentando di non fare fermare il cantiere, provando ad assorbire gli extracosti in casa giocando sulla programmazione e tentando, con grande fatica, di trovare il materiale che adesso scarseggia in tutta Europa». Per ora l'obiettivo di non chiudere i rubinetti bloccando le lavorazioni a valle è riuscito. «Ma - aggiunge l'Ad - conosco i casi altre aziende che lavorano su materiali plastici costrette a chiudere mettendo dipendenti in cassa integrazione perchè non trovano più la materia prima su cui lavorare». Non solo. « Alcune delle imprese di costruzione con cui abbiamo rapporti - aggiunge - hanno deciso di rinunciare a i lavori a causa del rischio di non rientrare dei costi avendo perso tutta la marginalità».

La speranza è di poter assistere a una stabilizzazione dei prezzi subito dopo l'estate, anche se le tendenze generali «con la Cina che cresce al ritmo del 18% a trimestre e continua a fare incetta di materiali di qualsiasi tipo» non sono cambiate.

Le richieste al Governo: proroga e via i prezzari dal Superbonus
Per questo le aziende guardano con sempre più insistenza a Palazzo Chigi.«La richiesta - conclude Zampa - è che il Governo cambi i parametri di riferimento per la valutazione dei prezzi degli interventi legati al Superbonus che ora sono legati ai prezzari regionali che ovviamente non tengono conto dell'impennata del prezzo dei materiali di questi ultimi mesi».

Un appello che fa il paio con quello arrivato poche ore fa da tutta la filiera dell e costruzioni che chiede la proroga di allentare i vincoli sul Superbonus prolungando una versione semplificata dell'incentivo fino a tutto il 2023. Per questo imprese, progettisti e anche amministratori di condominio chiedono in coro di sgombrare «il campo dalle ipotesi circolate negli ultimi giorni di ridimensionamento della misura»

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