Imprese

Aspi rilancia Pavimental: nasce Amplia Infrastructures

Obiettivo: raddoppiare entro il 2024 il fatturato 2021 di 600 milioni

di Aldo Norsa

Nel ristretto mondo delle imprese generali di costruzioni le novità non sono frequenti malgrado l'affermarsi anche nel mercato italiano di Webuild dovrebbe consigliare alle "inseguitrici" di consolidarsi e diversificare.

Fa quindi notizia la decisione del gruppo Aspi (Autostrade per l'Italia), nelle more della sua definitiva vendita dal parte del gruppo Benetton alla "cordata" Cdp, Blackstone, Macquarie (in attesa della formalizzazione in seguito al benestare della Corte de Conti) di rinnovare e rilanciare l'impresa Pavimental. Iniziando dal ridenominarla Amplia Infrastructures (un anglismo che ricorda una realtà del tutto nuova, Fincantieri Infrastructures, caratterizzata da "crescita esterna").

Le ambizioni di questa società (nata col nome Cosat nel 1970 e ridenominata nel 1983) sono di progressivamente diversificare rispetto ai pur significativi lavori "in house" per Aspi (che conta su un piano decennale di investimenti da 21,5 miliardi) senza escludere anche la ricerca di committenti stranieri. Per il momento il fatturato 2021 di circa 600 milioni (erano 498 nel 2020) della vecchia Pavimental dovrebbe raddoppiare all'orizzonte del 2024 e il numero di dipendenti aumentare da 1.700 a 2.500. Per comprendere tutto il significato dell'operazione, due ordini di considerazioni si impongono.

La prima tutta interna al rinnovato gruppo Aspi. La nascita della nuova impresa di costruzioni segue di sedici mesi quella della società di ingegneria Tecne, che a tutti gli effetti sostituisce Spea Engineering, implicata nell'inchiesta sul crollo del viadotto del Polcevera. Tecne si avvia a essere un "braccio tecnico" di Aspi di tale rilievo (90 milioni di fatturato nel 2021 con 730 dipendenti) che svilupperà importanti sinergie (anche all'estero) non solo con la nuova impresa di costruzioni ma con altre tre società (innovative in un'ottica di mobilità sostenibiile): Movyon (tecnologia), Freetox (servizi) e Elgea (impianti fotovoltaici).

La seconda considerazione nasce dal confronto della strategia di Aspi con quelle delle altre principali concessionarie autostradali.

1) Il gruppo Gavio, per quanto riguarda le costruzioni, sviluppa la storica impresa Itinera non solo per i lavori "in house" ma costituendo, nel giugno 2021, un consorzio stabile, Eteria (con Vianini Lavori e l'impresa specialistica Icop) per concorrere ai più ambiziosi appalti di infrastrutture pubbliche. Ma già dal 2017 si è lanciata alla grande all'estero con l'acquisto dell'impresa statunitense Halmar International. Quanto all'ingegneria ha fuso nel novembre 2021 Sina con Ativa Engineering.

2) Il gruppo Toto, che nell'ingegneria opera con Infraengineering, non mostra velleità di crescita nelle concessioni autostradali ma in compenso diversifica nelle energie alternative con la società Renexia (creata nel 2011 e in forte sviluppo negli USA).

Infine il gruppo Dogliani, che è entrato nelle concessioni brownfield subentrando alla società Sam (Aspi) nella Napoli Salerno (nel aprile 2022), e nel greenfield sta realizzando la Pedemontana Veneta opera nelle costruzioni con il consorzio stabile Sis (che allea la sua impresa Inc al grande gruppo spagnolo Sacyr) e nell'ingegneria (diversificata fino all'aerospaziale) con la società Sipal.

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