Appalti

Qualificazione stazioni appaltanti, «ora X» da individuare con un nuovo provvedimento Anac

Dal 1°luglio via alle domande delle Pa, ma bisogna ancora chiarire quando scatterà la tagliola del rifiuto del Cig. L'incrocio complicato con l'obbligo di piattaforma digitale e i vincoli degli appalti in Bim

di Mauro Salerno

Ci sono le soglie, i requisiti da rispettare, il regime transitorio con la possibilità di iscrizione con riserva per i province, regioni, unioni di comuni e comuni capoluogo, ma manca ancora la data più importante per la qualificazione delle stazioni appaltanti rimessa in pista dal nuovo codice degli appalti. Cioè il momento da dentro o fuori per le gestione autonoma degli appalti.

Sul punto, il Dlgs 36/2023 non si esprime con chiarezza. È noto che la riforma andata in Gazzetta il 31 marzo diventerà efficace il primo luglio. Ma questa è anche la data da considerare per l'entrata in vigore del nuovo sistema di qualificazione delle stazioni appaltanti? Cioè quella a partire dalla quale non verrà più rilasciato il Cig (ovvero il codice necessario ad avviare gare e affidamenti) alle amministrazioni non qualificate?La risposta non è immediata. Anzi è tutta da verificare. Tanto che sulla partenza del nuovo sistema di qualificazione non esistono ancora date precise. A stabilirle dovrà essere un nuovo provvedimento dell'Autorità Anticorruzione, emanato sulla base dell' articolo 63, comma 8, del nuovo codice degli appalti secondo cui è proprio l'Anac a stabilire «i requisiti e le modalità attuative del sistema di qualificazione» delle stazioni appaltanti «rilasciando la qualificazione medesima».

Al momento l'unica data certa riguarda il momento in cui le stazioni appaltanti interessate a ottenere la qualificazione (necessaria solo per appaltare forniture e servizi oltre 140mila euro e lavori oltre i 500mila euro) potranno inoltrare la richiesta all'Anac. Questo termine, come ricorda la stessa Autorità, parte dal primo luglio, cioè nello stesso momento di entrata in efficacia delle regole del nuovo codice. Ma questo non vuol dire che la tagliola del mancato riconoscimento del Cig alle Pa non qualificate scatti nello stesso momento. Anche se all'Anac garantiscono di essere in grado di rilasciare in tempo reale la qualificazione alle stazioni appaltanti che ne faranno richiesta (auto-dichiarando i requisiti che verranno controllati a campione) tramite un applicativo sul sito dell'Autorità, è prevedibile che per non rischiare un blocco di mercato venga concesso un periodo "cuscinetto" di almeno qualche mese tra il colpo di start alle domande e il momento in cui il possesso della qualificazione diventerà vincolante.

Ci sono altre date da tenere a mente. La prima è quella del primo gennaio 2024. A partire da allora potranno partire le domande di iscrizione all'albo Anac da parte delle stazioni appaltanti qualificate con riserva fino al 30 giugno 2024 (altra scadenza da ricordare). Soprattutto, però, il primo gennaio 2024 è la data in cui diventerà obbligatorio il possesso di una piattaforma di approvvigionamento digitale. Non proprio un requisito da poco per chi vorra qualificarsi, tenendo anche in considerazione l'incrocio con le norme sul Bim (obbligatorio per i lavori oltre un milione dal primo gennaio 2025) che imporranno alle stazioni appaltanti di dotarsi di un Bim manager e anche di un AcDat (ambiente di condivisione dati) manager, figure che si stanno diffondendo, ma che non sono ancora proprio reperibilissime sul mercato.

A poco a poco scadranno anche le altre facilitazioni previste nella fase di avvio del sistema di qualificazione delle stazioni appaltanti. Il 30 giugno 2024 scadrà l'agevolazione che permette di qualificarsi ai vari livelli sulla base di punteggi inferiori rispetto a quelli previsti a regime (50 punti per il livello massimo, 40 per quello intermedio, 30 per il livello base) , mentre il 31 dicembre 2024 si concluderà il periodo in cui le stazioni appaltanti non qualificate per l'esecuzione (cioè per gestire i contratti dopo la fase di affidamento) potranno continuare ad occuparsene in prima persona semplicemente dimostrando di essere iscritte all'Anagrafe delle stazioni appaltanti (Ausa) e di avere in organico una figura tecnica spendibile come Rup.

Difficile è anche provare a stimare quante saranno le stazioni appaltanti qualificate al termine del regime transitorio e dunque quanto il nuovo sistema avrà contribuito a sfoltire la giunga delle migliaia di centri di spesa attuali. Secondo l'ultima relazione presentata l'Anac in Italia esistono 42.657 stazioni appaltanti e centrali di committenza (di cui operative circa 36.000, con oltre 100.000 centri di spesa). Nelle simulazioni fatte dalla stessa Autorità sulla base dei requisiti previsti per ottenere la qualificazione a regime il sistema avrebbe dovuto garantire la riduzione a circa 15mila stazioni appaltanti qualificate. Ma quelle valutazioni erano basate su un obbligo di qualificazione tarato sulla soglia di 150mila euro. Ora che per i lavori si è saliti a 500mila euro, i conti rischiano di cambiare e i numeri di essere - a questo punto solo formalmente - più ridotti.

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