Urbanistica

Decreto semplificazioni, 120 emendamenti puntano al Superbonus

L'esame alla Camera: un quinto delle 600 proposte correttive prioritarie dei partiti riguarda il 110%

di G.Sa.

Oltre un quinto dei seicento emendamenti prioritari «segnalati» dai partiti al decreto legge semplificazioni, alla Camera, riguardano il solo articolo 33, quello sulle semplificazioni procedurali del Superbonus. Oltre 120 proposte che chiariscono subito come sarà questo il tema che terrà banco nell'esame del provvedimento alle commissioni Affari costituzionali e Ambiente, a partire dalla prossima settimana. L'arrivo in Aula è calendarizzato per la settimana del 12 luglio. Una prima riunione di maggioranza per definire alcune priorità, almeno dei singoli gruppi, prima di fare il punto sulle convergenze, si terrà lunedì prossimo con i relatori Annagrazia Calabria (Forza Italia) e Roberto Morassut (Pd) e i capigruppo. L'articolo 33 sul Superbonus fa caso a sé, considerando la trasversalità delle proposte presentate da tutti i gruppi (anche l'opposizione di Fratelli d'Italia).

In molti casi, si ripetono gli stessi emendamenti firmati da vari gruppi, anche a sottolineare una certa sintonia con le categorie economiche e professionali e le parti sociali che hanno rappresentato le varie esigenze nel corso delle audizioni e poi con l'invio di proposte. La linea generale delle proposte dei partiti punta a semplificare ulteriormente l'iter e soprattutto ad allargare l'accesso all'agevolazione: estendere la platea dei beneficiari, per esempio inserendo le strutture alberghiere, ma anche riducendo i vincoli attuali e rendendo singole tipologie di intervento ammissibili all'incentivo; oppure allungare i termini temporali, allineando anche le varie scadenze. Tutte istanze che si scontreranno comunque con il vincolo finanziario. Si tratta di capire se la pressione compatta delle forze politiche supererà la "linea del Piave" posta finora dal governo di valutare le estensioni non prima della prossima legge di bilancio.

Un tema che si riproporrà nella discussione in commissione è quella della netta separazione, posta dalla brillante formulazione del testo del governo (artefice il ministro Brunetta), fra Superbonus e difformità edilizie. Il decreto separa la procedura semplificata per il 110%, attraverso la Cila, dalla presenza o meno di difformità dell'edificio. Questo alleggerisce le responsabilità dei professionisti e consente di realizzare sempre i lavori legati al Superbonus e al tempo stesso non comporta nessun effetto sulla regolarità dell'edificio. Niente sanatorie e al tempo stesso nessun ostacolo al 110%. Si tratta di capire se questo muro divisorio così netto resisterà.Una dichiarazione della deputata Erica Mazzetti (Forza Italia) riaccende i primi riflettori. «Ho proposto - ha detto con riferimento ai suoi emendamenti - oltre a uno snellimento delle pratiche, un aumento del margine di tolleranza, dal 2% al 3%, che permetta così a tutti i cittadini di tutte le regioni di accedere al Superbonus». Del tema si tornerà a parlare la prossima settimana.

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