Progettazione

Oice-Cer, la pandemia non ferma l'ingegneria: nel 2021 prevista una crescita del 15,5%

Presentata la 37° Rilevazione sulle società di ingegneria e architettura: incremento di rilievo per il mercato nazionale (+22,2%) e l'occupazione

di Alessandro Lerbini

Numeri in forte crescita per il settore della progettazione. Il fatturato 2020 delle società di ingegneria e architettura è oltre 3 miliardi (+3,5%), le stime 2021 sono di circa 3,5 miliardi (crescita del 15,5%) con una la produzione all'estero del 57,2%.
Sono questi i dati principali della 37° Rilevazione Oice/Cer sull'andamento delle società di ingegneria e architettura associate a Oice (e di un campione di imprese non associate) illustrati in un evento on line con gli interventi di Ilaria Fontana (sottosegretaria Mite), Giuseppe Busia (presidente Anac), Marcella Panucci (capo gabinetto ministero Pa), Gianluca Loffredo (subcommissario ricostruzione sisma) e Alfredo Pini (Ispra).

Il report certifica come, nonostante la pandemia, il 2020 sia stato un anno positivo per le società di ingegneria e architettura dell'associazione confindustriale. Nel 2021, in virtù di questi incrementi produttivi, alla fine dell'anno corrente, il settore – dal punto di vista dell'occupazione - arriverebbe a contare quasi 4.500 lavoratori in più rispetto al 2019: di questi la percentuale di sesso femminile è stata pari al 24,4% nel 2020 (26,9% nelle imprese sotto i 50 addetti), in crescita di 5 punti rispetto al 2019. Gli under 35 sono il 22%, con un +5% sul 2019.

Con riferimento alla tipologia di attività, il valore della produzione Turn-key è stato nel 2020 di 835 milioni nel 2020 (-5% sul 2019) ed è stimato di 883 milioni nel 2021 (+5,7%). Per i servizi di ingegneria pura la produzione è stata di 1,688 miliardi nel 2020 (+1,7%) ed è prevista pari a 1,934 miliardi nel 2021 (+14,6%). Per i servizi di project management la produzione sale da 478 milioni nel 2020 (+32,8%) a 649 milioni nel 2021 (+35,8%).

«I dati molto positivi sul 2020, - ha dichiarato il presidente dell'Oice, Gabriele Scicolone - nel quale la resilienza delle società di ingegneria e architettura che hanno potuto continuare a produrre e fatturare (con un +3,5 % sul 2019, oltre 3 miliardi) con un mercato interno a +22% sul 2019, grazie anche alla domanda pubblica che non si è fermata, ci confortano molto.
Siamo adesso ottimisti anche per le prospettive 2021 di un vero e proprio boom (stimato ad oltre il 14%), con una crescita occupazionale di oltre 4500 unità rispetto al 2019. Le nostre società, avanti con la digitalizzazione, hanno accusato poco le difficoltà legate alle restrizioni e sono ripartite forte, anche grazie allo sforzo profuso dall'associazione che ha dato un rilevante supporto sia per le attività in Italia, sia all'estero dove le attese per il 2021 sono molto positive. Ora occorre prepararsi alle sfide del Pnrr e per questo confidiamo che le regole sugli affidamenti non penalizzino qualità del progetto e concorrenza, nei limiti del possibile».

I mercati esteri rimangano il principale sbocco delle produzioni Oice, ma con una quota attesa in flessione quest'anno al 56,1% del totale (-2,2 punti sul 2019). Un risultato da leggere però in chiave positiva, perché associato a una crescita particolarmente robusta del mercato interno (+22,2% sul 2019), in una contestuale espansione del mercato estero (+17,6% nel biennio).

Il settore dell'energia si conferma prevalente, ma è nel comparto dei trasporti che vengono indicati i maggiori incrementi di produzione. Dall'inizio della pandemia i 2/3 delle imprese sono riuscite ad affrontare la crisi limitando di molto gli effetti collaterali, nonostante lo scenario economico sia stato decisamente negativo, mentre il 64% ha registrato un incremento del fatturato rispetto al 2019 (nel 2021 la quota è prevista all'84%).

Per l'utilizzo della Cig nel 2020 il 52% delle imprese ha affermato di non aver posto in cassa integrazione alcun dipendente e solo il 9% delle imprese ha posto in cassa integrazione la totalità dei dipendenti. Durante la pandemia il 90% delle società ha dichiarato che la crisi Covid-19 non ha portato ad alcuna riduzione di personale.
Per lo smart working, l'anno scorso la maggior parte delle imprese, il 49%, ha segnalato un incremento di lavoratori "da remoto" tra l'1 e il 50% rispetto 2019, il 30% ha registrato un rialzo tra il 51 e il 99% e il 15% delle imprese ha segnalato un aumento del 100% rispetto al 2019. In prospettiva il 57% delle imprese non apporterà alcuna modifica strutturale alla sua tradizionale organizzazione del lavoro (questa percentuale era pari al 46%); il 36% delle società ha affermato che apporterà modifiche all'organizzazione del lavoro e che lo smart working coinvolgerà fino al 50% dei dipendenti.

Dal Pnrr l'81,6% delle imprese si attende benefici "abbastanza" (53,1%) o "molto" (28,6%) significativi, mentre il 18,4% ritiene invece che saranno poco rilevanti. Non altrettanto ottimistiche si presentano le aspettative sull'impatto che il Superbonus 110% avrà sul fatturato: soltanto il 26,2% delle società crede che tali iniziative impatteranno in misura rilevante nel corso dell'anno.

Per il direttore della ricerca, Stefano Fantacone, del Centro Europa Ricerche, «le dinamiche espansive rilevate dall'Indagine a livello settoriale devono essere messe in relazione con il forte miglioramento in atto per l'economia nazionale. Lo scenario di previsione elaborato dal Cer misura per quest'anno una crescita del Pil pari al 5% e indica per il 2022 il pieno recupero delle perdite di prodotto determinate dalla recessione pandemica. Su questo scenario grava un rischio costi, che origina dalle tensioni che si registrano sui mercati delle materie prime, che non appaiono tuttavia anomali quando riportati all'intensità della ripresa mondiale in atto e per il momento non sembrano poter compromettere la stabilità inflazionistica di medio periodo».

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©