Fisco e contabilità

Il Covid non azzera la tassa di soggiorno in Alto Adige

Gli intestatari delle seconde case devono pagare gli arretrati 2020-2021

di Camilla Curcio

In Alto Adige neppure la pandemia ha esentato i proprietari delle seconde case dal pagamento della tassa di soggiorno. E così, pur confidando in un annullamento o quantomeno in una riduzione dell’imposta per il 2020 e il 2021, si sono ritrovati a versare gli arretrati accumulati nel biennio più critico dell’emergenza sanitaria. Senza aver avuto modo di viaggiare e di usufruire degli immobili a causa delle restrizioni. Una situazione che, a prescindere dal Covid-19, rappresenta un’anomala eccezione alla regola generale.

Contrariamente a quanto accade nel resto della penisola, dove la tassa è addebitata esclusivamente ai turisti e determinata sulla base del numero dei giorni trascorsi in hotel, residence e strutture ricettive di varia natura, da qualche anno a questa parte in Alto Adige gli intestatari di appartamenti e ville sono tenuti a corrispondere ai Comuni del circondario, oltre a una significativa Imi (l’equivalente dell’Imu in area altoatesina), anche un importo annuale calcolato a forfait e comprensivo di una quota base, determinata a partire dalla categoria dell’immobile, e di una quota aggiuntiva, vincolata alla metratura.

L’obbligo non prevede esoneri, se non per soggiorni legati a motivi di lavoro o studio (da documentare con apposite dichiarazioni compilate e siglate dal datore o dall’istituto scolastico) e per proprietari emigrati in terra straniera iscritti all’anagrafe degli italiani residenti all’estero (Aire). Si estende, dunque, sia a chi risiede in altre parti d’Italia, sia a chi, ad esempio, è nato e vive a Bolzano e ha ereditato o acquistato una villetta in Val Gardena, che non adopera stabilmente come abitazione e frequenta solo nella stagione estiva o, comunque, per periodi limitati di tempo.

A nulla sono servite le segnalazioni e i reclami che gli utenti hanno rivolto all’ufficio tributi. Il Consorzio dei Comuni è rimasto irremovibile, ribadendo a chiare lettere come l’aggravio, solo temporaneamente congelato, rimanesse dovuto poiché, negli anni maggiormente interessati dal virus, c’erano stati lunghi periodi di tempo in cui i proprietari si sarebbero potuti spostare per raggiungere agevolmente le abitazioni. Senza correre il rischio di violare le regole e fare i conti con pesanti sanzioni.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©