Personale

Scuola, domande di pensione entro il 31 ottobre con cinque vie d’uscita

Per accelerare gli ingressi 2022 il ministero dell'Istruzione ha anticipato la scadenza

di Maria Rosa Gheido e Claudio Tucci

Il ministero dell’Istruzione gioca d’anticipo per programmare al meglio le procedure d’avvio dell’anno scolastico 2022/23, incluse assunzioni e concorsi. Fissando al 31 ottobre 2021 (rispetto al 7 dicembre del 2020) il termine per la presentazione, da parte del personale del comparto scuola, delle domande di pensionamento o - al contrario - delle istanze di permanenza in servizio ai fini del raggiungimento del minimo contributivo. Mentre per i dirigenti scolastici la dead-line per le istanze di cessazione resta confermato al 28 febbraio 2022.

Come si va in pensione

Termini e regole sono stati stabiliti dal Dm 294 del 1°ottobre e dalla circolare 30142, sempre del 1° ottobre. La presentazione dell’istanza è propedeutica al collocamento a riposo a partire dal 1° settembre 2022: quindi niente uscite con domande presentate successivamente.

In tutto, per la scuola, ci sono cinque strade per lasciare la cattedra. Quest’anno è l’ultimo di vigenza per “quota 100”: i requisiti devono maturare entro il 31 dicembre 2021. Per come è prevista oggi, quota 100 è accessibile anche nei prossimi anni a patto che la somma 62 anni + 38 di contributi sia stata raggiunta nell’arco temporale di vigenza dello strumento, cioè entro fine 2021. Poi la domanda si potrà presentare quando si vuole, dal 2022 in avanti.

Oltre alla pensione di vecchiaia (67 anni e almeno 20 contributi), il termine del 31 ottobre 2021 vale anche per chi ha raggiunto i requisiti per la pensione anticipata (41 anni e 10 mesi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini) ma non ha ancora compiuto i 65 anni e che, ricorrendo le condizioni previste dal decreto n. 31/1997 del ministro per la Funzione Pubblica, chiede la trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale. La norma citata consente la contestuale erogazione del trattamento di pensione di anzianità e del trattamento economico conseguente alla trasformazione del rapporto di lavoro a tempo parziale. Al personale che beneficia di questa chance continua ad applicarsi il regime delle incompatibilità previsto per il personale a tempo pieno. Confermate poi opzione “donna” con anzianità contributiva minima di 35 anni al 31 dicembre 2020 e 58 anni compiuti al 31 dicembre 2020, e lavori usuranti, con 66 anni e 7 mesi, e almeno 30 anni di contributi al 31 agosto 2022 (casi assai rari nella scuola).

Valgono anche per la scuola le regole generali su Ape sociale e pensione anticipata per i lavoratori precoci (anche questi rari). Qui però bisogna prima acquisire dall’Inps il riconoscimento del diritto a pensione e poi presentare la domanda di cessazione dal servizio entro il 31 agosto 2022.

Gli stessi termini valgono anche per la presentazione delle domande di trattenimento in servizio per il raggiungimento del minimo contributivo, deroga consentita alla messa a riposo d’ufficio che costituisce il limite non superabile al raggiungimento del quale l’amministrazione deve far cessare il rapporto di lavoro se il lavoratore ha conseguito, a qualsiasi titolo, i requisiti per il diritto a pensione.

Entro i termini del Dm 294 possono essere presentate le domande di revoca di istanze già presentate. Peraltro, l’accoglimento delle domande di collocamento a riposo per compimento del limite massimo di servizio, per dimissioni volontarie e per il trattenimento in servizio per il minimo contributivo non richiede un provvedimento formale.

Assunzioni e concorsi

L’Istruzione raccomanda celerità a scuole e uffici territoriali per consentire agli operatori Inps di accertare il diritto alla pensione entro il 20 aprile 2022 (la domanda va poi convalidata al Sidi). Il rispetto dei tempi è importante per consentire l’avvio delle operazioni del prossimo anno, dalla mobilità alle assegnazioni, fino ad arrivare ad assunzioni e concorsi, che il ministro Patrizio Bianchi ha annunciato di voler tornare a bandire con cadenza annuale.

Secondo le stime del governo, da qui al 2026 si libereranno 25-30mila cattedre l’anno. In rampa di lancio ci sono già i due concorsi ordinari da circa 40mila cattedre (oltre 500mila le domande). Si punta a partire entro dicembre. Poi toccherà alle nuove selezioni, previste dal dl Sostegni bis, con quota riservata del 30% per i precari con 3 anni di servizio negli ultimi 10. E al nuovo concorso straordinario riservato ai prof della seconda fascia Gps che hanno svolto 3 anni di insegnamento negli ultimi 5 anni.

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