Urbanistica

Terre e rocce da scavo, semplificazione entro fine ottobre

Il decreto legge detta norme «urgenti» anche per l’attuazione del Piano nazionale degli investimenti complementari al Pnrr

di Paola Ficco

La semplificazione del regime sulle terre e rocce da scavo arriva con il Dl 13/2023. O meglio, il Dl ne traccia la strada mediante apposita delega conferita al ministero dell’Ambiente che agirà di concerto con le Infrastrutture e sentito quello della Salute. Il decreto legge detta norme «urgenti» anche per l’attuazione del Pnc (Piano nazionale degli investimenti complementari al Pnrr), nonché per l’attuazione delle politiche di coesione e della politica agricola comune.

La regolamentazione della gestione di terre e rocce di scavo è una vicenda tormentata e sempre attuale che prende l’avvio dalla legge Lunardi (166/2002) e che, con alterne vicende, approda al Dm 161/2012 poi abrogato dal vigente Dpr 120/2017, alla cui applicazione molto contribuiscono le Linee guida Snpa 22/2019.

Per semplificare questo sistema l’articolo 48 del Dl 13/2023 delega il ministero dell’Ambiente ad adottare un regolamento entro i sei mesi successivi all’entrata in vigore della legge di conversione del Dl 13/2023 (quindi entro la fine di ottobre 2023) e dispone l’abrogazione dell’attuale Dpr 120/2017 dalla data di entrata in vigore del futuro Dm.

Fermo restando che sarà necessario prevedere un meditato regime transitorio, il problema si pone perché il comma 1 indica la competenza del ministero dell’Ambiente all’adozione del decreto per assicurare le tempistiche di attuazione del Pnrr «per la realizzazione degli impianti, delle opere e delle infrastrutture ivi previste, nonché per la realizzazione degli impianti necessari a garantire la sicurezza energetica». Quindi, sembra che il futuro decreto possa disciplinare solo le opere Pnrr e per la sicurezza energetica e non tutte quelle che sono realizzate sul territorio nazionale. Il comma 2 invece ravvisa il fine della futura disciplina nella semplificazione «anche ai fini della piena attuazione del Pnrr». Il comma 3 prevede l’abrogazione del Dpr 120/2017. Il sistema ha avuto fin troppi problemi e ogni tipo di disallineamento deve essere eliminato dalla legge di conversione.

Il futuro decreto riguarderà la disciplina semplificata per la gestione di terre e rocce da scavo qualificate come sottoprodotti ai sensi dell’articolo 184-bis del Dlgs 152/2006, provenienti da cantieri di dimensioni piccole e grandi; cantieri di grandi dimensioni non assoggettati a Via o ad Aia, compresi quelli per la costruzione o la manutenzione di reti e infrastrutture. Il decreto riguarderà i casi di esclusione dalla disciplina sui rifiuti del suolo non contaminato e di altro materiale allo stato naturale escavato (articolo 185, comma 1, lettera c), del Dlgs 152/2006). Le future previsioni si occuperanno del deposito temporaneo di terre e rocce qualificate come rifiuti e del loro utilizzo nel sito di produzione quando, invece, sono escluse dalla disciplina dei rifiuti. La delega disciplina anche la gestione di terre e rocce nei siti oggetto di bonifica «assicurando adeguati livelli di tutela ambientale e sanitaria e garantendo controlli efficaci».

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