Fisco e contabilità

Patto di stabilità: risanamento e sostegno agli investimenti

La proposta della Commissione prevede una riduzione minima del debito per i Paesi più indebitati e la possibilità di percorsi di aggiustamento più graduali in caso di riforme

di Beda Romano

Dopo lunghe consultazioni, la Commissione europea ha presentato ieri l’attesa proposta di riforma del Patto di Stabilità e Crescita. In buona sostanza, il tentativo è di rendere le regole più credibili e più efficaci, associando al necessario risanamento delle finanze pubbliche un altrettanto necessario sostegno agli investimenti. Le proposte, che prevedono una riduzione minima del debito per i paesi più indebitati, saranno ora discusse dal Consiglio e dal Parlamento.

«Le nostre regole di bilancio risalgono agli anni 90. Ora ci troviamo di fronte a sfide e priorità economiche diverse rispetto al passato, e le nostre regole devono riflettere questi cambiamenti - ha spiegato a Bruxelles il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis -. Le nostre proposte garantiranno una costante riduzione degli elevati livelli di debito pubblico e ci aiuteranno a soddisfare le nostre principali esigenze di riforma e di investimento».

Nei fatti, la Commissione ha proposto un nuovo regolamento, a cui verrà associata una revisione di altri due testi legislativi. Bruxelles ha preso atto che un approccio simile per tutti non ha finora funzionato. Ciascun paese sarà quindi chiamato a preparare un piano di risanamento del debito basato sulla spesa pubblica netta (al netto degli interessi e di altre variabili fuori dal controllo del governo), che nelle intenzioni dell’esecutivo comunitario deve diventare il nuovo parametro di riferimento.

Per i paesi con un debito elevato, i piani nazionali, della durata di quattro anni estendibile a sette anni, dovranno garantire un calo dello stesso debito pubblico per almeno dieci anni, senza che siano necessarie ulteriori misure di risanamento. Una procedura per debito eccessivo scatterà nel caso in cui il paese non rispetta la prevista traiettoria della spesa pubblica netta. Circostanze attenuanti potranno essere prese in conto, ma quanto più il debito è elevato, tanto meno vi sarà margine di manovra.

«Alla fine del periodo coperto dal piano, la ratio debito-Pil dovrà essere inferiore a quella dell’inizio del periodo stesso; e dovrà essere attuato un aggiustamento di bilancio minimo dello 0,5% del Pil all’anno fino a quando il deficit rimarrà al di sopra del 3,0% del Pil». (Secondo simulazioni comunitarie, l’aggiustamento di bilancio per l’Italia potrebbe essere in linea di massima pari allo 0,85% annuo del Pil in un piano di quattro anni, e di 0,45% annuo del Pil in un piano di sette anni, vale a dire rispettivamente di circa 15 e 8 miliardi di euro all’anno).

L’impegno cifrato e inderogabile dello 0,5% del Pil è stato inserito nella riforma su pressione della Germania. «Le proposte della Commissione non soddisfano ancora le richieste del governo federale», ha però reagito ieri il ministro delle Finanze Christian Lindner. Berlino «non accetterà proposte di riforma che indeboliscano il Patto di Stabilità», ha ribadito l’uomo politico, notando che la proposta di Bruxelles sarà comunque «la base per ulteriori negoziati», in cui la Germania sarà «costruttiva».

Al di là della posizione tedesca, il governo olandese si è detto cautamente soddisfatto della proposta comunitaria, mentre da Parigi il ministro delle Finanze Bruno Le Maire ha spiegato che il pacchetto va «nella buona direzione». Nel caso di violazione degli impegni, multe o sanzioni saranno possibili. Rispetto alle attuali regole di bilancio, queste saranno di ammontare minore e più facili da comminare.

Il commissario agli affari economici Paolo Gentiloni ha notato l’impatto politico del nuovo Patto di Stabilità. Ricordando che spetterà ai governi presentare i piani di risanamento, l’ex premier si è detto certo che le discussioni sull’andamento della spesa dello Stato avranno «un notevole impatto sull’opinione pubblica». Ha aggiunto: «Sarà l’aspetto, credo, qualitativamente di maggiore novità» della riforma.

Come detto, le proposte mirano ad agevolare e ad incoraggiare gli Stati membri ad attuare importanti misure di riforma e di investimento. «I paesi beneficeranno di un percorso di aggiustamento di bilancio più graduale se si impegneranno nei loro piani a realizzare una serie di riforme e di investimenti conformi a criteri specifici e trasparenti».

L’obiettivo della riforma era di ridurre l’impatto pro-ciclico delle regole precedenti e di rendere la politica di bilancio più trasparente. Quanto ciò sarà possibile con le nuove norme non è chiaro (il parametro della spesa netta offre margini di discrezionalità). L’impianto sarà ora discusso dal Consiglio e dal Parlamento. Il dibattito tra opposte ideologie sul futuro del debito sarà animato. La speranza di Bruxelles è di far approvare il nuovo Patto entro fine anno in modo che i primi piani nazionali di risanamento delle finanze pubbliche possano essere preparati in vista del 2025.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©