Amministratori

Concessioni balneari, nelle gare priorità a imprese di giovani e donne

Depositato in Senato emendamento del governo al Ddl concorrenza

di Carmine Fotina

L’emendamento del governo sulle concessioni balneari è ufficialmente approdato al Senato, pronto per la contesa parlamentare su modalità e termini delle gare. Il testo governativo è stato depositato in commissione Industria, dove attualmente sono ancora in corso le audizioni, e contiene alcune novità significative rispetto alle prime bozze emerse nel giorno del consiglio dei ministri, lo scorso 15 febbraio.

Innanzitutto si chiarisce che l’intero intervento approvato dall’esecutivo, quindi sia la parte sulla proroga delle attuali concessioni limitata al 31 dicembre 2023, sia la delega per fissare i criteri su cui impostare le gare per i concessionari dal 2024 fanno parte dell’emendamento al Ddl concorrenza. Non c’è, quindi, un disegno di legge delega separato che avrebbe reso molto tortuosa l’approvazione dell’intero pacchetto.

Si amplia poi il novero dei criteri su cui basare le gare. Entra infatti anche la previsione di un punteggio premiale per gli operatori che potranno attestare i livelli di parità di genere previsti dal Codice delle pari opportunità del 2006 e per le imprese a prevalente o totale partecipazionae giovanile, criterio che presumibilmente sarà soddisfatto con oltre la metà dei soci e quote di partecipazione in mano a giovani tra 18 e 35 anni.

Viene poi stralciata la parte che, intervenendo sul Codice della navigazione, avrebbe impedito la gestione delle attività secondarie ad altri soggetti, una sorta di subconcessione. Il nuovo testo lascia invece di nuovo aperte le porte, prevedendo «l’introduzione di una disciplina specifica dei casi in cui sono consentiti l’affidamento da parte del concessionario ad altri soggetti della gestione delle attività, anche secondarie, oggetto della concessione e il subingresso nella concessione stessa».

Le associazioni dei titolari di concessioni demaniali marittime a finalità turistico-ricreativa, i cosiddetti balneari, hanno in realtà evidenziato un altro punto che sarebbe stato modificato rispetto ad alcune ipotesi affrontate nel corso di incontri tra governo e operatori. Le imprese lamentano la mancanza, nel testo depositato al Senato a firma del ministro del Turismo Massimo Garavaglia, del riferimento all’obbligo per i futuri concessionari di riconoscere a quelli uscenti un indennizzo pari all’intero valore aziendale calcolato sui beni materiali e immateriali. L’emendamento presentato in commissione Industria si limita a prevedere che, in sede di concessione, sia considerato anche «il valore aziendale dell’impresa e dei beni materiali e immateriali» e che per calcolare l’indennizzo, a carico dei chi subentra, siano valutati il mancato ammortamento degli investimenti realizzati e la perdita dell’avviamento connesso ad attività commerciali o di interesse turistico. Le associazioni degli imprenditori balneari Sib-Confcommercio e Fiba-Confesercenti hanno convocato una manifestazione di protesta a Roma per il 10 marzo e una correzione è stata chiesta anche dal presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini.

Sul discorso del valore aziendale pesa però il parere della Commissione europea che, informalmente, avrebbe fatto intendere di non gradire gare che prevedano indennizzi troppo onerosi a carico dei potenziali futuri concessionari.

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