Amministratori

Nuovo sistema di finanziamento delle Province, si parte da 80 milioni per l'anno 2022

Da ripartire tenendo progressivamente conto della differenza tra i fabbisogni standard e le capacità fiscali

di Alberto Scheda e Francesco Porcelli

Finalmente anche per le Province e le Città metropolitane inizia nel 2022 il percorso di perequazione dei finanziamenti guidato dai fabbisogni standard e dalle capacità fiscali, così come avviato da tempo per i Comuni. Nel 2022 per avviare questo percorso è previsto un fondo di 80 milioni di euro da ripartire a favore degli 86 enti delle Regioni a statuto ordinario.

L'articolo 1, comma 783, della legge 178/2020 prevede che a decorrere dall'anno 2022, i contributi e i fondi di parte corrente attribuiti alle Province e alle Città metropolitane delle Regioni a statuto ordinario confluiscano in due specifici fondi da ripartire tenendo progressivamente conto della differenza tra i fabbisogni standard e le capacità fiscali.

Come emerge dall'ultima relazione semestrale della Commissione Parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale del 15 dicembre 2021, nel corso del 2021, la Commissione tecnica per i fabbisogni standard (Ctfs) ha svolto un importare lavoro di ricognizione di tutte le voci che compongono il concorso netto alla finanza pubblica di questi enti, voci che poi confluiranno nei due fondi. Accanto a questo lavoro la Ctfs ha definito le nuove metodologie per la valutazione dei fabbisogni standard e delle capacità fiscali ed è, quindi, in procinto di completare il lavoro che porterà alla definizione dei nuovi criteri di riparto. Così, a partire dal 2022, il comparto delle province e delle città metropolitane vedrà un importante passo in avanti nell'attuazione dei principi del "federalismo fiscale" previsti dalla Costituzione.

Il percorso delineato dai commi 783, 784 e 785 dell'articolo 1 della legge 178 del 2020, modificati comma 561 dell'articolo 1 della legge di bilancio 2022, di fatto allinea la perequazione delle funzioni fondamentali delle province e delle città metropolitane a quanto dal 2015 avviene per i comuni. I pilastri della perequazione saranno, da un lato, i fabbisogni standard e le capacità fiscali approvati dalla Ctfs, dall'altro lato l'attribuzione di risorse aggiuntive. Si parte da 80 milioni di euro per l'anno 2022 sino ad arrivare a 600 milioni di euro a decorrere dall'anno 2031. In questo modo verrà ridotto e perequato il concorso netto alla finanza pubblica di ogni ente.

I criteri di riparto delle risorse aggiuntive che sta definendo la Ctfs verranno pubblicati con decreto del ministero dell'Interno, di concerto con il ministero dell'Economia e delle finanze, previa intesa in sede di Conferenza Stato-città ed autonomie locali, entro il 28 febbraio 2022, con riferimento al triennio 2022-2024. Dopodiché, per gli anni successivi, i criteri di riparto saranno rivisti entro il 31 ottobre di ciascun anno precedente al triennio di riferimento. Resta ferma, quindi, la necessità di conferma o modifica del riparto stesso a seguito dell'eventuale aggiornamento dei fabbisogni standard o delle capacità fiscali.

Questo passaggio è un tassello importante di una partita ben più complessa legata al rinnovato ruolo che la riforma del Tuel potrebbe riassegnare a questi enti intermedi e, quindi, alla relativa necessità di ulteriori finanziamenti che imporrà la riapertura del dibattito relativo all'autonomia finanziaria di questi enti.

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