Fisco e contabilità

Pa, le bollette gonfiano il fondo debiti commerciali

La spesa per l'energia aumenta le risorse congelate negli enti in ritardo con i pagamenti

di Elena Brunetto e Patrizia Ruffini

I maggiori stanziamenti richiesti dai rincari dell'energia penalizzano gli enti in ritardo nei pagamenti, obbligati a incrementare l'accantonamento al fondo garanzia debiti commerciali.

La conferenza Stato-città nella seduta del 15 settembre ha approvato il riparto dei 400 milioni per il 2022 del contributo straordinario agli enti locali per garantire la continuità dei servizi erogati in relazione alla spesa per le utenze.Si tratta della terza quota, che si somma ai precedenti trasferimenti assegnati con Dm del 1° giugno (250 milioni) e del 22 luglio (170 milioni).

Queste risorse, insieme a quelle derivanti da avanzi da Covid liberi, da proventi da concessioni edilizie e dalle riscossioni di multe e parcheggi, garantiscono il finanziamento delle maggiori spese da iscrivere nei bilanci degli enti per forniture di energia elettrica e gas.Ma non tutti gli enti potranno destinare ai costi energetici l'intero importo assegnato. Stanno infatti emergendo problemi nelle amministrazioni che, nel corso dell'esercizio precedente, non hanno rispettato i tempi di pagamento (misurati attraverso l'indicatore di ritardo annuale di pagamento dei propri debiti commerciali e la riduzione del debito commerciale residuo rispetto all'esercizio precedente).In attuazione dei commi 862 e 863 della legge 145/2018 questi enti devono infatti stanziare nella parte corrente del bilancio un accantonamento al Fondo di garanzia debiti commerciali (Fgdc), sul quale non è possibile disporre impegni e pagamenti e che, a fine esercizio, confluisce nella quota accantonata del risultato di amministrazione.

Il fondo potrà essere svincolato solo nell'esercizio successivo a quello in cui sono rispettate le condizioni sui pagamenti, previste alle lettere a) e b) del comma 859 della legge di bilancio 2019. Il conteggio è effettuato sulla spesa per beni e servizi, nei quali rientra il caro energia, al netto degli stanziamenti di risorse con specifico vincolo di destinazione.Nel corso dell'esercizio inoltre l'accantonamento al Fondo va adeguato alle variazioni degli stanziamenti della spesa per acquisto di beni e servizi (comma 863).

Ne deriva che l'incremento del costo per l'energia a carico degli enti, ancorché in parte ristorato dai fondi assegnati, costringe ad incrementare, in misura pari ad una percentuale variabile dall'1 al 5%, anche l'accantonamento al Fgdc.Considerata la straordinarietà dell'emergenza, sarebbe utile un intervento per escludere dal calcolo del Fondo gli oneri per il caro energia, ritenuti straordinari.

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