Fisco e contabilità

Delega, su fisco e catasto la maggioranza resta divisa

Oggi il round finale con Fi. Prossima settimana pausa di riflessione e poi si torna al voto

di Barbara Fiammeri

Questa mattina l’ultimo confronto con Forza Italia. Ma già ieri, sera al termine della giornata di bilaterali tra il Governo e gli altri partiti della maggioranza, è arrivata la conferma che sulla delega fiscale le distanze restano ampie, per usare un eufemismo. L’eco delle parole pronunciate in Aula da Mario Draghi non si è dissolto. La difesa a spada tratta della riforma del Catasto da parte del premier è stata letta da più di qualcuno come una vera e propria sfida. la Lega ha già fatto sapere che continuerà a dare battaglia per impedire la rivalutazione degli estimi catastali, dando appuntamento in Aula (dove la Delega dovrebbe approdare il 28 marzo) e poi al Senato, facendo conto sui numeri assai più risicati a disposizione del Governo.

Nel frattempo, ogni partito durante i bilaterali ha tenuto a piantare le proprie bandierine. La Lega ha chiesto anzitutto di estendere la flat tax per gli autonomi fino a 100mila euro di ricavi o compensi con aliquota al 20% ( oltre all’innalzamento della no tax area e all’estensione della cedolare secca). Un’ipotesi che però per il Pd è «impraticabile». Anzi per i dem già il regime forfettario attuale andrebbe «rivisto». «Può rimanere temporaneamente per chi entra nel mondo del lavoro e per chi è in difficoltà, ma non è possibile che chi accede a quel regime non versi un euro per la sanità regionale o per i tributi locali. Qualunque sia la percentuale, non è più ipotizzabile questo tipo di regime semplificato», ha detto il capogruppo in Commissione Finanze, Gian Marco Fragomeli. La Lega però non demorde. La flat tax per gli autonomi così come il «no» alle tasse sulla casa sono temi identitari per il Carroccio sui quali difficilmente mollerà la presa. Anche perché rischierebbe di vedere ulteriormente ridotto il suo consenso a tutto vantaggio di Fratelli d’Italia e di Giorgia Meloni che anche ieri è tornata a tuonare contro la riforma del Catasto difesa dal premier: «Non è vero che non aumenteranno le tasse sulla casa» perché «c’è scritto sui documenti del Governo», ha insistito Meloni con riferimento, alla parte della relazione che accompagna il provvedimento in cui si sottolinea la necessità di alleggerire le tasse sul lavoro. «Quindi le risorse arriveranno dal Catasto», è la conclusione della leader di Fdi.

I leghisti sono pronti alle barricate . «Presenteremo emendamenti», hanno confermato i leghisti Massimo Bitonci e Alberto Gusmaroli al termine del confronto con il Governo rappresentato dalla sottosegretaria al Mef, Maria Cecilia Guerra, oltre che dal ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Inca e dalla sottosegretaria Deborah Bergamini.La convinzione è che il salvataggio all’ultimo voto della riforma del Catasto sia destinato a rivelarsi effimero. Se non alla Camera al Senato, «dove i numeri in Commissione sono diversi». Il tentativo di provare a superare l’impasse però è altrettanto reale. Anche per questo l’intera prossima settimana sarà dedicata ad ulteriori confronti. «Le distanze, in particolare sul regime forfettario, sono significative ma credo che i margini per arrivare a un compromesso ci siano», ha detto il presidente della Commissione Finanze di Montecitorio, Luigi Marattin (Iv). Ma le possibilità al momento di un accordo restano esigue. I Cinquestelle hanno chiesto con forza il ritono del cashback fiscale e la cosiddetta easy tax, un regime transitorio di due anni per accompagnare il contribuente nel passaggio dal regime forfettario a quello ordinario.

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