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Ballottaggio a Roma - Rifiuti, grandi opere e Giubileo: caccia ai voti di Raggi e Calenda

Il duello fra Michetti e Gualtieri sull’utilizzo dei fondi del Recovery plan

di Andrea Marini e Emilia Patta

Ieri sera l’ultimo confronto elettorale su una rete nazionale, SkyTg24. Oggi la chiusura delle campagne elettorali: il candidato di centrodestra Enrico Michetti a Campo dei fiori, quello di centrosinistra Roberto Gualtieri a Piazza del Popolo. Entrambi lontani dalle periferie. E in vista dell’importante ballottaggio nella Capitale per i due sfidanti diventa fondamentale, nelle ultime ore, da una parte mobilitare il proprio elettorato tradizionale e dall’altra conquistare i voti andati al primo turno alla pentastellata Virginia Raggi, che non ha voluto dare indicazioni di voto mantenendosi neutrale a differenza del presidente del M5s Giuseppe Conte che ha dichiarato che voterà per Gualtieri, e al leader di Azione Carlo Calenda, che invece ha subito dichiarato che voterà per Gualtieri.

In casa democratica c’è un po’ di timore per la manifestazione contro il neofascismo indetta dalla Cgil per domani (dove Gualtieri sarà presente e Michetti no), nel giorno del silenzio elettorale precedente l’apertura delle urne. Da una parte la manifestazione potrebbe rimotivare l’elettorato tradizionale di centrosinistra, ma dall’altra potrebbe infastidire l’elettorato moderato che si vuole conquistare. Soprattutto tra chi ha votato al primo turno per Calenda (in un’analisi dei flussi di Roberto D’Alimonte pubblicata sul Sole 24 Ore il 25 giugno scorso emergeva che il 48% degli elettori romani intenzionati a votare Forza Italia alle prossime politiche avrebbe votato per Calenda alle comunali a fronte del 24% degli elettori del Pd). Anche per questo il segretario dem Enrico Letta nelle ultime ore ha smorzato i toni sul tema del neofascismo e ha invitato ad andare in piazza con il tricolore e non con le bandiere di partito.

Quanto ai programmi dei due candidati, se rifiuti e trasporti sono stati i temi principali della campagna fino al primo turno, in vista del ballottaggio la sfida ha virato sulle modalità di gestione dei fondi in arrivo con il Recovery Plan, con il Giubileo 2025 e con il possibile Expo 2030. Il candidato del centrodestra si è giocato la carta di Guido Bertolaso, annunciando la sua nomina a commissario per il Giubileo nel caso in cui sarà eletto sindaco. Michetti non ha poi mancato di accusare Gualtieri per la scarsa attenzione per Roma quando era ministro all’Economia del Conte bis. Gualtieri ha respinto le accuse e ha detto che la filiera Pnrr, Giubileo e Expo è un’occasione «irripetibile» e chiederà al governo «fondi aggiuntivi per la mobilità e le infrastrutture a Roma».

L’ex ministro dell’Economia pensa soprattutto alla chiusura dell’anello ferroviario, in un sistema integrato di ferrovie, metropolitane e rete tranviaria. Per Michetti le metropolitane andranno prolungate oltre il raccordo anulare per mettere in rete le periferie, «e abbiamo bisogno di riqualificare la Roma-Lido, che dovrà essere servita da 30 convogli, non solo da tre», ha detto. Sulla governance di Atac (l’azienda di trasporti al 100% del Comune), poi, per Michetti va risanata per mantenerla pubblica. Esclude privatizzazioni anche Gualtieri, che parla della necessità di sinergie con realtà regionali e statali del settore come Astral, Cotral, Ferrovie.

Negli ultimi giorni, sul tema rifiuti il candidato del centrodestra ha concentrato i suoi attacchi verso il governatore Pd della Regione Lazio Nicola Zingaretti: «La Regione Lazio doveva prevedere degli impianti, è rimasta inadempiente», ricordando come è lo stesso piano rifiuti della Regione a non prevedere termovalorizzatori nuovi. Per questo Michetti ha parlato della necessità di aprire una nuova linea a San Vittore (il termovalorizzatore di Acea in provincia di Frosinone). Anche per Gualtieri bisogna potenziale San Vittore, ma la sua strategia punta – oltre che sul portare la raccolta differenziata dall’attuale 45 al 70% a fine consiliatura – sulla costruzione di impianti di trattamento di ultima generazione (come una bioraffineria) per ridurre la tassa sui rifiuti, la Tari, del 20% nel giro di 5 anni.

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