Amministratori

Fondi Pnrr, dalla Corte dei Conti le istruzioni che evitano la colpa grave

Emendamento alla legge europea: la richiesta di assistenza potrà essere attivata per le partite da un milione in su

di Gianni Trovati

I ministeri e le altre pubbliche amministrazioni centrali potranno chiedere istruzioni sulla gestione dei fondi del Recovery alla Corte dei conti, che si pronuncerà a sezioni riunite. La richiesta di assistenza potrà essere attivata per tutte le partite da un milione di euro in su; e un binario parallelo, senza soglie minime di valore, si aprirà per le amministrazioni territoriali, che potranno bussare alla porta delle sezioni regionali di controllo della magistratura contabile. Quando seguiranno i pareri della Corte, amministratori, dirigenti e funzionari si metteranno preventivamente al riparo dal rischio di vedersi contestata la «colpa grave» nella gestione contabile dei fondi.

La nuova funzione consultiva della Corte sulle risorse del Pnrr e del fondone complementare da 30,6 miliardi, che anche in questo caso seguirà le stesse regole del meccanismo comunitario, è scritta in un emendamento alla legge europea 2019-2020 che sarà votato oggi alla commissione Politiche Ue del Senato, dove il provvedimento arriva al passaggio decisivo prima del ritorno alla Camera attesa alla ratifica delle scelte di Palazzo Madama.

Il correttivo (la prima firma è dell'ex sottosegretario all'Interno Stefano Candiani, della Lega, accompagnato anche da esponenti di Fi e di M5S) ha il parere favorevole del governo. E del resto traduce in pratica quella «funzione di supporto» della magistratura contabile alle amministrazioni impegnate nell'attuazione del Recovery che era stata rilanciata pochi giorni fa dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Roberto Garofoli proprio al convegno della Corte dei conti a Varenna.

La norma apre prima di tutto un canale nuovo di consulenza specifica per le amministrazioni alle prese con un impegno inedito anche per dimensioni finanziarie. Ma disegna anche una possibile evoluzione più strutturale nel ruolo della Corte dei conti. Il tema è finito al centro del dibattito sulla cosiddetta «paura della firma», che secondo più di un osservatore sarebbe fra le cause di paralisi amministrativa del Paese. Da lì è nata la limitazione del danno erariale ai casi di dolo o inerzia, introdotta dal Dl semplificazioni del 2020 e prorogata fino a giugno 2023 dal decreto Recovery, con una scelta contestata a più riprese dall'Anm contabile.

La novità in arrivo viaggia invece nella direzione chiesta dalla Corte, che in una delibera del Consiglio di Presidenza a luglio spingeva per l'individuazione «di ulteriori modalità di esercizio delle funzioni istituzionali» a partire propri dal «rafforzamento della funzione consultiva». Tra le proposte del Csm contabile si incontra anche «l'ampliamento del controllo preventivo sugli enti territoriali», che potrebbe svilupparsi per esempio come richiesta di verifica preventiva sugli appalti. Un altro filone su cui governo e parlamento sono al lavoro.

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