Fisco e contabilità

Draghi firma il Patto per Napoli: «Colmiamo il divario del Sud»

A Napoli. «Serve un salto di qualità nella gestione della spesa, per ridurre la distanza cittadini-istituzioni. Tolleranza zero verso le infiltrazioni mafiose»

di Barbara Fiammeri

L’occasione è il Patto per Napoli. Ma le parole pronunciate ieri da Mario Draghi nella cornice del Maschio Angioino vanno ben oltre i confini partenopei. «I finanziamenti pubblici sono una condizione necessaria, non sufficiente, per il rilancio del Sud», ha detto il presidente del Consiglio. Il riferimento non è infatti solo allo stanziamento di oltre 1 miliardo e 231 milioni messo a disposizione dall’intesa ufficializzata ieri alla presenza del sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, e del presidente della Campania, Vincenzo De Luca. Ma soprattutto al Piano nazionale di ripresa e resilienza che destina oltre il 40% delle risorse al Mezzogiorno, rappresentando «un’opportuntà storica per affrontare molti dei problemi rimasti irrisolti».

Il divario tra le regioni meridionali e il resto del Paese si è andato ulteriormente approfondendo, ha sottolineato il premier, mettendo l’accento sui gap più evidenti, a partire dal reddito pro capite, che nel Mezzogiorno è poco più della metà di quello del Centro-Nord, mentre il tasso di disoccupazione è più del doppio. A soffrirne sono soprattutto donne e giovani, anzitutto sul fronte occupazionale.

Ma per far ripartire il processo di convergenza, «fermo da quasi 50 anni», è necessario superare quegli ostacoli - finanziari, istituzionali, culturali - che hanno frenato Napoli e il Sud in questi decenni. Le risorse ci sono ma non bastano, ha ripetuto Draghi ricordando che il Pnrr va completato «entro» e non oltre il 2026. Il tempo dunque non è molto. Soprattutto tenendo conto delle insoddisfacenti performance passate nell’uso dei fondi comunitari.

Serve «un salto di qualità nella gestione della spesa». Vale per il Pnrr così come per il Patto per Napoli . Entrambi richiedono infatti - ha sottolineato anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli - un cambio di passo. Stavolta «non possiamo permetterci che questi soldi vadano perduti o sprecati», ha ammonito Draghi. Per favorire l’obiettivo il Piano è stato elaborato tenendo conto e condividendo proposte e richieste provenienti dai territori. «Troppo spesso nella storia d’Italia, i cittadini hanno sentito le istituzioni lontane e hanno percepito i progetti di sviluppo – soprattutto quelli più imponenti - come imposti dall’alto», ha aggiunto Draghi, convinto che proprio attraverso l’attuazione del Pnrr si possa ridurre la distanza tra «istituzioni e cittadini». Un risultato che non può però prescindere anche dalla difesa della cultura della legalità. «Il Governo non intende tollerare infiltrazioni mafiose nella gestione dei soldi del Pnrr», ha ribadito il premier, ringraziando le forze dell’ordine e la magistratura:«Spendere bene e con onestà è un obbligo che abbiamo verso l’Europa, ma soprattutto verso i nostri cittadini». Un imperativo che il presidente del Consiglio ha confermato anche con la visita al Rione Sanità, dove ha incontrato don Antonio Loffredo, parroco animatore di tante delle iniziative di valorizzazione del territorio che negli ultimi anni hanno caratterizzato la rinascita di uno dei quartieri più degradati della città.

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