Appalti

Anac: per la vendita della sede Ater di Roma serve una gara pubblica

Non è possibile procedere alla vendita attraverso una trattativa diretta con l'acquirente

di Manuela Sodini

Per la vendita della sede centrale dell'Ater (Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale pubblica del Comune di Roma) serve una gara pubblica, non è possibile procedere alla vendita attraverso una trattativa diretta con l'acquirente in assenza di qualsivoglia confronto concorrenziale.

Questo è quanto comunicato da Anac all'Ater, oltre che alla Regione Lazio, di cui Ater è ente pubblico economico strumentale, e all'Inail, a cui Ater ha manifestato l'interesse alla cessione della sede.

In proposito Anac ricorda che, in base ad una legge che risale al Rd n. 827 del 1924, l'alienazione di immobili di proprietà pubblica deve avvenire tramite pubblici incanti. L'Autorità precisa che il Regio decreto è tuttora vigente, contenendo un principio fondamento della contabilità di Stato anche della Repubblica italiana, per cui l'alienazione, acquisto e locazione di immobili di proprietà pubblica deve avvenire tramite pubblici incanti. Inoltre, Anac ricorda anche che pure il Codice dei Contratti pubblici stabilisce che la vendita e locazione di immobili pubblici deve avvenire tutelando il principio della concorrenza e assicurando i principi comunitari di pubblica trasparenza, imparzialità e par condicio, corollari del principio di buon andamento della Pubblica amministrazione sancito dall'articolo 97 della Costituzione italiana.

Nel caso di specie l'Inail aveva avanzato all'Ater una proposta di acquisto della sede al fine di concederlo in locazione all'Agenzia delle Dogane e Monopoli, Anac ha avviato un'istruttoria sulla vendita che Ater sostiene ad oggi non essere avvenuta, affermando però, in base ad un parere legale, di poter procedere alla cessione senza necessità di alcuna gara.

Il parere richiesto da Ater sosterrebbe che è possibile una deroga ai principi di ordine generale, stabilita dalla legge 2010 "Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria", attuata dal Dm 20 giugno 2017, in base al fatto che Ater venderebbe la sede all'Inail per concederla in locazione all'agenzia delle Dogane. In sostanza, sostiene Ater, si tratterebbe dell'acquisto di un immobile di un'amministrazione pubblica che viene ceduto ad un'altra amministrazione e, quindi, ad avviso di Ater, non soggetto a pubblicità, trasparenza e par condicio.

Di altra opinione Anac che non convinta di questa interpretazione ha deciso di aprire un'istruttoria, non ritenendo sufficienti le argomentazioni di Ater ad escludere la compravendita della sede dall'applicazione del Codice dei Contratti e dal rispetto delle norme della contabilità dello Stato. L'Autorità evidenzia che «Ater non ha proceduto ad un'autonoma stima del valore dell'immobile (tenuto conto dell'ubicazione, della consistenza e del pregio architettonico), né ha valutato la possibilità di reperire sul mercato un diverso acquirente al fine di realizzare il massimo prezzo della compravendita». Ai fini della vendita per Anac serve per lo meno una gara informale, previa pubblicazione di un avviso pubblico o manifestazione di interesse, che individui il prezzo derivante da una apposita stima dell'immobile, nonché i criteri di individuazione dell'acquirente.

Anac ha dunque rinnovato la richiesta ad Ater di avere a disposizione la documentazione necessaria, chiedendo di sapere se, a questo punto, intenda procedere con l'iter della compravendita dell'immobile all'Inail o decidere diversamente.

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