Urbanistica

Rigenerazione urbana, accordo Infrastrutture-Economia sblocca la proposta di legge

Buia (Ance): negli ultimi 26 anni 76 tentativi di riforma falliti, serve una norma con principi di caratttere nazionale

di Mauro Salerno

Trovato l'accordo tra il ministero delle Infrastrutture e l'Economia per sbloccare l'empasse sulla proposta di legge di rigenerazione urbana, dopo il parere negativo della Ragioneria che lo scorso marzo ha messo in stallo la proposta di legge all'esame del Senato. La conferma è arrivata direttamente dal ministro Enrico Giovannini, dal palco dell'evento organizzato oggi dall'Ance a Parma proprio sul tema della riqualificazione delle città. «Il progetto di legge è di nuovo in movimento - ha detto il ministro -. Con il ministro dell'Economia abbiamo trovato un accordo per andare avanti». Al centro delle contestazioni della Ragioneria c'erano le obiezioni sulle copertura finanziaria della proposta di legge che Giovannini assicura siano state superate. «Ci sarà anche la costituzione di un fondo - ha spiegato il ministro - che all'inizio non sarà molto consistente, ma che potrà essere ricaricato con la legge di Bilancio».

Se la proposta di legge riprenderà davvero il cammino, potrebbe essere finalmente la volta buona per dotare di un "cappello" nazionale le mille regole locali su urbanistica e riqualificazione. Una riforma andata a vuoto per ben 76 volte in 26 anni, secondo i calcoli esposti dall'Ance a Parma. «Il 1942 è l'anno a cui risale la legge urbanistica, la stessa che ha accompagnato l'espansione urbana nel boom economico degli anni Cinquanta e Sessanta. Ad oggi è l'unica legge nazionale il cui tentativo di riassetto, più volte invocato, si è trasformato in una sequenza di fallimenti», ha sottolineato il presidente dei costruttori gabriele Buia chiedendo una nuova governance. «Oggi non è più possibile governare le trasformazioni in atto con leggi e decreti che risalgono al 1942 (legge urbanistica) o al 1968 (decreto sugli standard urbanistici). Serve finalmente una legge di principi statale», sottolineano i costruttori che hanno anche proposto un decalogo per la città fatto di «incentivi, semplificazioni, un nuovo sistema di fiscalità immobiliare e misure specifiche per la riqualificazione energetica e sismica».

Timmermans: velocizzare i permessi di costruire
Al convegno dei costruttori ha partecipato anche il vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans che ha toccato uno dei tasti più sensibili per una platea di imprenditori edili. «Spesso per un permesso per costruire ci vogliono dai cinque ai sette anni. Non abbiamo più questo tempo» ha detto Timmermans che ha preso l'impegno di lavorare «con le autorità nazionali per andare più veloce per costruire, perché c'è la frustrazione di imprese e cittadini e l'Unione europea deve facilitare con delle norme l'azione delle imprese» . Per Timmermans «abbiamo bisogno di norme a livello europeo perché la nostra economia è organizzata a livello europeo. Inoltre - ha aggiunto - , non c'è solo la questione delle norme, ma anche quella dell'applicazione regole e abbiamo bisogno di un'ulteriore flessibilità, perché le condizioni di Parma non sono le stesse di Copenaghen e dobbiamo dare ai dirigenti la possibilità di applicare norme che vadano insieme con lo sviluppo della stessa città».

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©