Amministratori

Comuni, l’80% non accede ai fondi pubblici

Il report di Innova Finance: amministrazioni locali bloccate dai vizi nei progetti

di Stefano Elli

Il bando nazionale Sport e periferie 2020, metteva a disposizione dei Comuni 300 milioni per il rifacimento e il riammodernamento delle strutture sportive locali. Le domande presentate sono state 3.380. Ebbene qualcosa come 2.200 sono state bocciate (neppure ammesse alla valutazione tecnica) per vizi di forma vari (mancata presentazione delle delibere di giunta o mancata vidimazione della domanda medesima).

Alla fine soltanto poco più del 35% delle richieste di finanziamento sono state ammesse alla valutazione tecnica. I progetti finanziati sono stati 495. I progetti che non sono riusciti ad accedere ai finanziamenti sono stati l’85,36%. I dati, eclatanti, emergono dal report dell’Ufficio Studi di Innova Finance, società di Bologna che si occupa di finanza agevolata sia per il settore privato sia per il settore pubblico. Francesco Lombardi, presidente di Innova rincara la dose: «Dallo studio si evince che ai bandi nazionali i progetti ritenuti non valutabili, e quindi non ammissibili, sfiorano il 25%. Mentre quelli ammessi (ma non finanziati) superano l’80%». A cosa si deve questa situazione paradossale? «Lungi da me il voler attribuire responsabilità: è certo però che nella mia esperienza gli uffici tecnici che molto spesso sono pure sottodimensionati quanto a personale, ragionano con parametri del tutto diversi rispetto a quelli dei differenti bandi. – E continua Lombardi–. Qualche esempio concreto: per il rifacimento di una strada o di una palestra gli uffici tecnici comunali ragionano in termini di sicurezza o di capienza. L’attribuzione del punteggio del bando invece tiene in considerazione variabili differenti che non vengono minimamente tenute in conto dagli enti locali richiedenti. Tanto da indurre il pensiero che, in certi casi, i bandi non vengano neppure letti con attenzione dai partecipanti». Il risultato è scontato: la domanda di finanziamento non passa neppure al vaglio della valutazione. Archiviata irrimediabilmente. «Faccio un altro esempio specifico di un grande comune del Nord Italia, dotato di un ufficio preposto all’istruzione di queste pratiche: formato da tre persone. Partecipa al bando Sport e periferie e ottiene soltanto 23 punti su 100 e non accede alle risorse. Altro Ente locale, altro esempio. Un Comune situato in una zona depressa del Sud; per il sol fatto di essere in una zona che l’Istat considera ad alta vulnerabilità sociale avrebbe meritata l’assegnazione di 25 punti, la presentazione di un progetto esecutivo, poi, ne avrebbe meritati altri 15. Sufficiente per ottenere i fondi: peccato che nessuna domanda sia stata presentata». Lombardi continua a snocciolare casi limite: «Emblematico anche il caso della Regione Lombardia, che ha messo a bando oltre 1,3 miliardi di risorse per le politiche giovanili. Dei 45 progetti candidati a intercettare i fondi solo meno della metà ha raggiunto l’obiettivo: oltre il 51% non è stato finanziato».

Insomma in questa specifica fase storica e con gli stanziamenti messi a disposizione dal Pnrr le risorse ci sarebbero anche. «Il punto è che non bastano le risorse, – conclude Lombardi – È necessario anche che i progetti presentati siano validi e che, soprattutto i Comuni, dedichino il tempo e l'attenzione necessari all’impostazione dell’idea progettuale e della domanda».

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