Progettazione

Effetto superbonus sui redditi: per i geometri crescita record

Con un incremento del 44% in un anno la categoria ottiene il miglior risultato tra i tecnici. Nel 2021 grazie agli incentivi tutta l'area recupera il calo legato alla pandemia e cresce del 30% sul 2019

di Valentina Maglione e Valeria Uva

I geometri vincono la prima tappa della maratona Superbonus. Sono loro, infatti, tra i professionisti tecnici ad aver messo a segno il miglior risultato in termini di crescita percentuale del reddito 2021, inevitabilmente trainato, come per le altre categorie, dal boom dell'edilizia dovuto al maxisconto e agli altri bonus edilizi. Un boom però che si sta già sgonfiando, come dimostrano i dati Enea sui cantieri agevolati e i timori espressi dai professionisti stessi.Se si mettono a confronto i redditi medi dichiarati da ingegneri, architetti, geometri e periti industriali per il 2021 e pubblicati nei bilanci delle rispettive Casse di previdenza, i geometri passano dai 22mila euro dell'anno della pandemia ai 32mila del 2021, con un incremento del 44%, che è appunto il più alto tra quelli comunque molto significativi registrati anche dagli altri tecnici. Un primato che si conferma nel medio periodo rispetto al pre-pandemia: anche la variazione percentuale rispetto al 2019, infatti, vede al primo posto i geometri, cresciuti del 39% nel triennio. Un risultato dovuto anche «alla particolare reattività della professione e ai cambiamenti che il settore sta attraversando», ha osservato Diego Buono, presidente della Cassa. Una mano l'ha fornita anche l'ente di previdenza, che ha stipulato un accordo con la Banca popolare di Sondrio per la cessione dei crediti fiscali derivanti dai bonus edilizi. «Una misura molto apprezzata dagli iscritti – ha osservato ancora Buono – che ha permesso di liberare i crediti incagliati».

Le altre categorie
Di fatto tutti i professionisti dell'area tecnica hanno beneficiato in modo significativo della ripresa dell'edilizia grazie agli incentivi al recupero (si veda grafico): nel complesso, i redditi 2021 hanno registrato in media un +33,2% rispetto al 2020. Il reddito degli architetti è cresciuto in un anno di oltre 8mila euro, quello dei periti industriali e degli ingegneri di 10mila. Sono proprio quest'ultimi a guadagnare di più in assoluto, con oltre 44mila euro nel 2021. Eppure, anche il confronto pre pandemia è generoso per tutti: in media nell'area l'incremento dei redditi 2021 rispetto al 2019 sfiora il 30% (27,8 nel dettaglio). Partendo infatti da una base dichiarativa abbastanza bassa (soprattutto per architetti e gli stessi geometri che erano poco sopra i 20mila euro), gli ingegneri crescono del 26% tra il 2019 e il 2021 e gli architetti del 28 per cento. Questo aumento ha permesso agli iscritti Inarcassa (ingegneri e architetti) «di recuperare le perdite anche in termini reali causate dalla doppia recessione del 2007-08 (crisi finanziaria) e del 2012-13 (crisi dei debiti sovrani)», si legge nel bilancio 2022. Buoni risultati anche per i periti industriali: i redditi medi sono saliti di quasi il 30% rispetto al 2020 e del 22% rispetto al 2019. Segno che la professione, si legge nel bilancio, «ha saputo cogliere l'opportunità proveniente dal mercato circa i bonus edilizi» e «trarre opportunità in contesti di improvvisa difficoltà».

I timori per il futuro
A misurare l'impegno dei geometri sui bonus hanno pensato anche i geometri fiscalisti di Agefis, con un'indagine su un campione di 14mila professionisti. I risultati saranno presentati il 26 maggio in un convegno a Lecco, ma Il Sole 24 Ore del Lunedì li ha analizzati in anteprima. Anche qui si conferma il forte impatto: quasi nove su dieci (l'87%) degli intervistati si è occupato di progettazione o direzione lavori in interventi agevolati. E per quasi uno su due (il 44% in dettaglio) con l'introduzione di questi incentivi fiscali il carico di lavoro è considerevolmente aumentato, mentre il 25% segnala un incremento, seppure in misura minore.Ma in che modo i geometri sono entrati in questa partita? Oltre a progettazione e direzione dei lavori, circa la metà ha gestito anche il rapporto con gli advisor per strutturare la cessione del credito. «È un compito nuovo – sottolinea il presidente di Agefis, Mirco Mion – ; accanto alle competenze tecniche e fiscali già proprie, ora il geometra ha svolto anche il ruolo di consulente finanziario perché la cessione del credito è stata fondamentale anche per finanziare la liquidità del cantiere». Ma dopo la stretta sulle cessioni e il décalage del 110% la categoria vede nero: due su tre temono un calo di commesse, e quindi di fatturato. «Questi incentivi hanno coinvolto anche professionisti singoli, senza studi strutturati – conclude Mion – che non saranno in grado di riconvertirsi ad esempio sui lavori complessi del Pnrr. Temo quindi che non vedremo una stagione simile per i prossimi tre-cinque anni».

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