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Rifiuti in Sicilia, sette in lizza per due impianti di termo energia

Sorgeranno a Est e a Ovest dell’isola. La Regione: «Decisione urgente»

di Nino Amadore

La Regione siciliana prova ad accelerare il passo sulla via della costruzione di due termovalorizzatori per affrontare e risolvere il problema dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Un iter avviato l’anno scorso con la pubblicazione di un avviso per manifestazione di interesse per la costruzione di due impianti (uno nella Sicilia occidentale e uno nella Sicilia orientale) cui hanno risposto sette aziende: tre per la Sicilia occidentale e quattro per la Sicilia orientale. Un avviso, che è stato prorogato due volte, finalizzato in questa fase a «verificare la disponibilità da parte degli stessi ad assumere il ruolo di promotori nell’ambito dell’operazione di finanza di progetto». Per la Regione la costruzione dei termovalorizzatori è ormai urgente e improcrastinabile: «Le discariche in Sicilia sono quasi tutte sature, l’alternativa alla discarica non può che essere il recupero di energia» ha detto il dirigente generale del Dipartimento rifiuti, Calogero Foti. Secondo i dati Ispra (aggiornati a tutto il 2020) in Sicilia sono stati prodotti oltre 2,151 milioni di tonnellate di rifiuti di cui 909.527 tonnellate vanno iscritti al capitolo della raccolta differenziata che è pari al 42,2 per cento. Un calcolo fatto su dati più recenti (non ancora però certificati) è quello che è stato fornito dal presidente della Regione siciliana Nello Musumeci il quale parla di racconta differenziata al 47% «che è il dato politico più importante – dice Musumeci – proprio perché il governo, con due precise ordinanze, ha richiamato i Comuni alle loro responsabilità e alla fine abbiamo costruito con i sindaci un partito della condivisione e a loro va il nostro grazie per essersi resi conto dell’importanza di valorizzare la differenziata. Non basterebbe tutta l’isola per fare discariche se i comuni non facessero la differenziata». Quale sia la linea lo spiega l’assessore regionale all’Energia Daniela Baglieri: «Abbiamo – dice – un’idea chiara della gestione dei rifiuti, passando dal modello della discarica a un modello di economia circolare fatta realmente. Stiamo facendo investimenti in questo senso e, voglio ricordare, che abbiamo investito più di 300milioni in impianti di compostaggio».

I nomi delle aziende che si sono candidate sono ancora riservati ma secondo indiscrezioni nella rosa vi sarebbe Asja ambiente che ha il quartier generale a Rivoli in provincia di Torino, la lombarda A2A che è già presente in Sicilia a San Filippo del Mela in provincia di Messina ma che sarebbe pronta a costruire un nuovo impianto che nulla ha a che vedere con il sito del messinese e si parla poi di una società cinese.  Le proposte (che contengono anche la possibile localizzazione degli impianti) sono state intanto affidate al Nucleo di valutazione (formato da otto dirigenti di altrettanti dipartimenti regionali) che dovrebbe concludere il suo lavoro entro la fine di febbraio. Il costo per ogni singolo impianto va dai 263 milioni ai 570 milioni e quasi tutte le proposte prevedono una capacità di conferimento fra le 400 e le 450mila tonnellate annue con una tecnologia che è quella che comprende la combustione e l’incenerimento a griglia. Per realizzare gli impianti i tempi vanno dai 6 mesi ai 48 mesi ma «tre anni sarebbe un miracolo» ha detto il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci che ha aggiunto: «La regione valuterà le proposte per poi procedere dopo un accordo di sovrambito con chi gestisce la raccolta dei rifiuti alla pubblicazione del bando per l’affidamento in concessione della progettazione, costruzione e successiva gestione. I termovalorizzatori lavoreranno i rifiuti non pericolosi».

Inevitabile, quando si parla di termovalorizzatori, la polemica politica con le opposizioni schierate contro la scelta del governo guidato da Musumeci. E intanto è scoppiato il caso Palermo dopo la pubblicazione della notizia della possibile costruzione dell’impianto della Sicilia occidentale a Bellolampo, in un terreno adiacente all’attuale discarica gestita dalla Rap, la società totalmente controllata dal Comune: impianto che sarebbe presente anche nel piano industriale della Rap. Dopo la pubblicazione della notizia sulle pagine locali di Repubblica la giunta guidata da Leoluca Orlando ha diffuso un comunicato in cui «ribadisce con fermezza il proprio no ai termovalorizzatori nell’area di Bellolampo. La giunta a breve dovrà esitare il Piano industriale di Rap e presterà particolare attenzione alla parte impiantistica che dovrà essere improntata, come siamo certi, a soluzioni che privilegiano la raccolta differenziata, il riuso e la valorizzazione sostenibile dei rifiuti». Ma a Palermo a maggio si vota e la partita ai più appare tutta aperta.

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