Urbanistica

Edilizia: prezzi in calo ma più alti del 2021, in manovra il nodo compensazioni 2023

L’acciaio resta superiore del 43,9% ai livelli 2019, il bitume a +45,5

di Giorgio Santilli

Gli Osservatori dei prezzi dei materiali edili dell’Associazione nazionale dei costruttori registrano i segnali positivi di una discesa dei prezzi di tutti i principali materiali per l’edilizia dall’estate in poi, dall’acciaio al bitume ai prodotti energetici, ma i grafici che riportiamo in pagina descrivono benissimo l’umore delle imprese di costruzioni che resta di grandissima preoccupazione, anzitutto perché il calo delle ultime settimane non cancella affatto la galoppata dei materiali edilizi che dura dalla seconda metà del 2020. E, infatti, rispetto al 2019, rileva l’Osservatorio congiunturale dell’Ance, il prezzo dell’acciaio è tuttora superiore del 43,9%, quello del bitume del 45,5 per cento. A essere stato riassorbito, almeno per questi due materiali, è in sostanza soltanto l’ultimo balzo, quello dovuto ai postumi della guerra in Ucraina.

Storia diversa per prodotti energetici come gas ed elettricità, ma senza che cambi la sostanza del ragionamento. In questi casi l’impennata è stata ancora più violenta e tutta nel corso del 2022 e anche qui il riassorbimento è del tutto parziale. Se per i materiali siamo scesi quasi fino a tornare ai livelli del 2021, per l’elettricità e il gas questo riassorbimento non c’è stato e rispetto ai livelli del 2019 siamo niente meno che a +275% e +337%. A ottobre può esserci stata probabilmente una ulteriore limatura verso il basso, ma la sostanza non cambia.

Anche perché la preoccupazione delle imprese edili riguarda il mantenimento stesso in attività dei cantieri (e spesso anche il mantenimento in vita delle aziende) e ha un risvolto collegato all’azione del governo di questi giorni. Dopo un 2022 di adeguamenti straordinari dei listini prezzi per gli appalti pubblici - addirittura la previsione normativa di un aggiornamento straordinario a luglio aggiuntivo a quello ordinario - il 2023 rischia di ricadere nella totale assenza di paracadute se a intervenire non sarà la legge di bilancio.

Al momento non è possibile capire se la proroga delle compensazioni previste nel 2022 o altre forme di revisione prezzi siano contenute nella legge di bilancio. Una schiarita arriverà solo quando si cominceranno a vedere i testi delle norme approvate.

Anche perché i meccanismi sperimentati nel corso del 2022 hanno costituito un notevole passo avanti rispetto alle versioni precedenti ma hanno comunque richiesto tempi lunghi per la concreta implementazione. E anche i fondi disponibili sono stati utilizzati solo in parte, forse per le difficoltà delle stazioni appaltanti ad aderire alla procedura.

Il 16 novembre il ministro dell’Economia ha firmato il decreto di distribuzione dei fondi per le «opere indifferibili», a partire da quelle del Pnrr e del Fondo nazionale complementare: tutte le istanze presentate dai ministeri sono state accolte, eppure restano ancora 700 milioni. Queste risorse potrebbero essere riutilizzate per il nuovo decreto già previsto a marzo.

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