Urbanistica

Bonus edilizi, cessione più ampia per tutti i crediti incagliati

Il Dl Aiuti chiude in commissione: il quarto passaggio verso tutte le partite Iva diventa retroattivo per sbloccare le opzioni già comunicate. Attesi interventi sulle responsabilità di chi acquista

di Giuseppe Latour

La quarta cessione dei crediti allarga il suo raggio d'azione: sarà possibile verso tutte le partite Iva. E guarderà al passato: le semplificazioni appena licenziate avranno, infatti, effetto retroattivo, con l'obiettivo di sbloccare i vecchi crediti rimasti incagliati e liberare capienza fiscale presso le banche. Nella notte tra giovedì e venerdì le commissioni Bilancio e Finanze della Camera hanno concluso l'esame della legge di conversione del decreto Aiuti, attesa in Aula lunedì. Dopo giorni di battaglia, ha trovato un assetto stabile la norma su superbonus e cessione dei crediti. E i primi riscontri delle imprese sono positivi. «Abbiamo accolto con soddisfazione l'apertura del Governo sulle cessioni per superare la situazione di blocco totale che avevamo denunciato», spiega Federica Brancaccio, presidente dell'Ance. «Ora - prosegue - è necessario avviare un tavolo di confronto per definire il futuro della politica di riqualificazione degli edifici».

Per il presidente di FederlegnoArredo, Claudio Feltrin si tratta di un passaggio «positivo, anche se non ancora completamente sufficiente a riattivare il meccanismo». L'auspicio di Feltrin «è che si risolva il prima possibile anche la problematica della responsabilità in solido per ciascun cessionario al fine di riattivare il circuito dei bonus». «Confidiamo – sottolinea il presidente di Confartigianato, Marco Granelli - che questa misura consenta alle banche di rivedere, con la necessaria flessibilità e altrettanta fluidità, le modalità di gestione del sistema di cessione dei crediti». Come anticipato nei giorni scorsi sul Sole 24 Ore (si veda l'articolo di ieri), con la modifica appena approvata cambiano i connotati della quarta cessione. Va ricordato, su questo, che attualmente lo schema dei trasferimenti di crediti è questo: il primo passaggio è libero, i due successivi sono in ambiente controllato (cioè a banche, intermediari finanziari e assicurazioni).

Per banche e società appartenenti a gruppi bancari è sempre possibile, poi, una cessione ulteriore: attualmente, deve essere rivolta a clienti professionali, in base alle definizioni Consob, che siano anche correntisti della banca. Dopo questo passaggio non è possibile effettuarne altri. L'emendamento appena votato prevede che la definizione di cliente professionale vada in pensione. Adesso, la quarta cessione sarà possibile «a favore di soggetti diversi dai consumatori o utenti», che abbiano un conto corrente. In pratica, il bacino dei potenziali acquirenti si allarga, perché potrà acquistare i crediti chiunque eserciti attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale. L'ambito temporale di applicazione di questa novità è stato oggetto di molte discussioni: senza indicazioni particolari, la semplificazione sarebbe stata limitata alle nuove opzioni di cessione e sconto. Un perimetro giudicato troppo ristretto. Così, un'altra modifica prevede adesso che queste disposizioni si applicheranno, con effetto retroattivo, anche alle cessioni e agli sconti comunicati prima della data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto Aiuti (da chiudere entro il 16 luglio).

Quindi, per tutte le opzioni comunicate nel corso del 2022 (relative soprattutto a spese 2021) ci sarà a disposizione questa nuova valvola di sfogo per le banche, che dovrebbe servire a sbloccare i crediti incagliati. Anche se resta qualche dubbio, che andrà chiarito, sul calendario da applicare alla modifica, perché dall'inizio dell'anno le norme sulle cessioni sono state oggetto di una marea di modifiche (con relative fasi transitorie). La speranza è che, allargando la base degli acquirenti ai quali trasferire i crediti, le banche abbiano ora più margini nella gestione della propria capienza fiscale. Resta, però, una questione, che sottolineano in molti, a partire da Martina Nardi, presidente della commissione Attività produttive della Camera: «Dobbiamo tornare sul tema della responsabilità dei cessionari. Andrà chiarito che, tolti i casi in cui c'è una partecipazione dolosa a una frode, chi acquista un credito non può essere chiamato a rispondere di nulla, altrimenti l'auspicato sblocco delle cessioni rischia di restare sulla carta». Il timore è che chi acquista dalle banche sia costretto a fare controlli sull'origine del credito: un adempimento che in pochi si accolleranno. Così, in aula sarà presentato un ordine del giorno per impegnare il Governo a intervenire su questo tema. E, dopo il decreto Aiuti, si aprirà la partita di nuove modifiche alle norme. «Serviva più coraggio sul tema della responsabilità correlata ai crediti ceduti, individuando - dicono i deputati del Movimento 5 stelle in una nota - un meccanismo per cui la responsabilità per eventuali irregolarità correlate al crediti non cadano sul cessionario».

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