Appalti

Concessioni, golden power non blocca le gare

Per le dighe si va avanti con i bandi regionali senza priorità al project financing

di Carmine Fotina

Per le concessioni idroelettriche si va avanti con le gare regionali. Insomma, niente proroga senza gara come chiedevano gli attuali concessionari, supportati da una ampio pezzo di maggioranza, alla luce della manca reciprocità con i principali paesi Ue. In compenso, su pressing di Pd, Iv e M5S, con un emendamento al decreto taglia-prezzi è passato un collegamento all’uso dei poteri speciali da parte del governo (golden power) con tutte le concessioni dei settori energia (idroelettrico compreso), trasporti, comunicazioni e difesa. Tuttavia la norma, secondo più di un parere di esperti di studi legali, non consentirà di bloccare l’aggiudicazione di una concessione di una gara all’esito di una gara pubblica, come proposto dalla prima versione di un emendamento M5S (a firma Andrea Cioffi), ma di fatto ha un valore interpretativo confermando che si può applicare la disciplina anche nel caso di società titolari di concessioni.

La norma parla ora di «beni e rapporti di rilevanza strategica per l’interesse nazionale, anche se oggetto di concessioni, comunque affidate (quindi anche dalle Regioni, ndr)».

Tutto è comunque demandato a un successivo Dpcm che dovrà individuare i «meccanismi di raccordo tra obbligo di notifica e procedure di gara». Lo stesso Dpcm deve prevedere modalità semplificate per le notifiche relative alle istruttorie di procedimenti che rientrano nell’ambito di applicazione del golden power nel caso di concessioni. Per il senatore dei 5 Stelle Andrea Cioffi il compromesso governo-maggioranza è comunque un risultato soddisfacente, «si rafforza la tutela per le concessioni idroelettriche «rispetto ad eventuali speculazioni di società estere e con il riferimento alle concessioni di competenza regionale si ribadisce la supremazia dello Stato».

La nuova norma però non andrebbe a intaccare quanto disposto dal quadro generale del golden power, che sia con il Dpr 85 del 2014 (articolo 4, comma 1) sia con il Dpcm 179 del 2020 (articolo 14) esclude l’esercizio dei poteri speciali nel caso in cui sussista una specifica regolamentazione di settore che garantisce la tutela degli interessi essenziali dello Stato, come ad esempio proprio una convenzione connessa a una specifica concessione.

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