Amministratori

Pd, i sindaci incalzano Letta sullo stop alla Severino

Ieri sia il coordinamento sindaci Pd sia l’Anci sono tornati a chiedere un intervento immediato sulla legge

di Gianni Trovati

Per le elezioni politiche il campo cercato dal Pd è largo, ma sulla giustizia il sentiero resta stretto. Mentre alla Camera l’asse con i Cinque Stelle si sfalda nel voto sul caso Open, sul territorio il dibattito interno al partito torna a scaldarsi intorno alla legge Severino. Che i sindaci Dem, e non solo loro, chiedono di ripensare dalle fondamenta. In direzione Enrico Letta ha schierato il partito sul «no» nel referendum in cui si propone di cancellare il decreto che sospende dalla carica gli amministratori locali senza aspettare la sentenza definitiva per una serie di reati fra cui l’abuso d’ufficio. In casa democratica il tema è noto. A Reggio Calabria lo conosce bene Giuseppe Falcomatà, sospeso a novembre dalla carica di sindaco dopo la condanna in primo grado per abuso d’ufficio per l’assegnazione senza gara della gestione di un albergo (ora il timone è in mano a Paolo Brunetti, di Italia Viva). Ancor più esperto è Simone Uggetti, l’ex sindaco di Lodi sospeso, dimesso, incarcerato e poi messo ai domiciliari prima di essere assolto dal reato di turbativa d’asta (qui la gara c’era) per l’affidamento della gestione di una piscina comunale. Ieri sia il coordinamento sindaci Pd sia l’Anci sono tornati a chiedere un intervento immediato sulla legge: «La modifichino gli elettori o il Parlamento, l’importante è il risultato», ha sintetizzato il presidente Anci Antonio Decaro, sindaco Pd di Bari. Con una nettezza difficile da trovare ai piani alti del Nazareno.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©