Fisco e contabilità

Cdp: Mef e fondazioni si aumentano la cedola Nomine il 13 luglio

Per ora nulla di fatto sulle nomine della Cassa depositi e prestiti. L’appuntamento è rinviato a venerdì 13 luglio, sperando che almeno tra quindici giorni si sia trovata una forma di consenso sulla figura dell’ad e degli altri cinque consiglieri che deve esprimere il ministero dell’Economia. Il dato certo al momento è che l’attività della Cdp è ormai praticamente ferma da almeno due mesi e di questo passo non si rimetterà in moto prima di settembre.
Nel frattempo, però, ieri il ministero di via XX Settembre e le fondazioni bancarie, azioniste con il 16,3 per cento del capitale, si sono trovate pienamente d’accordo sull’opportunità di aumentare l’assegno che entrambi ricevono dalla Cdp.

L’assemblea
L’assemblea convocata ha approvato il bilancio e contestualmente ha deciso di aumentare il payout della Cassa depositi e prestiti, che è così salito dal 59,3 al 61,05 per cento. La società tuttora guidata da Fabio Gallia ha chiuso l’esercizio 2017 con un utile netto di 2,203 miliardi di euro rispetto a 1,6 miliardi del 2016. Il payout deliberato ieri ha determinato una cedola complessiva di 1,345 miliardi, di cui 1,113 miliardi andranno alla ministero dell’Economia e 232 milioni alle fondazioni bancarie. L’aumento della base di utile da distribuire ha determinato l’assegnazione di ulteriori 39 milioni di euro ai soci, di cui 32,2 milioni allo Stato e 6,8 milioni alle fondazioni.
La ragione per la quale è stato deciso un incremento del payout non è stata resa pubblica (in verità non è stato reso noto neanche il fatto che era stata cambiata la dividend policy rispetto al 2017), ma non è del tutto da escludere che questo abbia in qualche modo a che vedere con il complessivo tavolo negoziale sulle nomine. Gli enti di origine bancaria raccolti nell’Acri lo scorso 20 giugno avevano provveduto a designare i propri consiglieri, tra cui il presidente Massimo Tononi, Matteo Melley e Alessandra Ruzzu. A loro spetta però un potere di gradimento sulla rosa dei 6 nomi incluso l’ad che dovrà esprimere l’azionista pubblico. Il presidente di Acri, Giuseppe Guzzetti, delegato a esprimere il gradimento a nome delle fondazioni, apprezzerebbe la figura di Dario Scannapieco (vicepresidente Bei) come ad. Bisogna vedere cosa deciderà la politica: sicuramente l’aver ricevuto una cedola più alta delle attese qualche soddisfazione agli azionisti privati l’ha già data. «Le fondazioni che rappresentano il 16 per cento del capitale hanno fatto le loro scelte. Speriamo che l’altro azionista decida presto», ha commentato ieri il presidente della fondazione Crt, Giovanni Quaglia.
In realtà il rinvio sulla Cdp non sarebbe tanto da ricondurre a un disaccordo sui nomi da proporre per il vertice (per quanto ci sarebbe una competizione molto serrata anche per aggiudicarsi i 5 posti in cda), ma al fatto che Lega e M5S stanno cercando di trovare la quadra di un equilibrio politico (per non chiamarlo spartizione) anche con altre caselle da riempire, come i vertici di Rai e di Ferrovie e la nomina del dg del ministero dell’Economia.

Modifica dello statuto
Sempre ieri l’assemblea, in sede straordinaria, ha approvato la proposta di modifica dello Statuto relativa all’ampliamento delle modalità di intervento di Cassa depositi e prestiti nelle operazioni di finanziamento svolte in qualità di Istituzione Finanziaria per la Cooperazione allo Sviluppo (Ifcs).

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