Urbanistica

Sulle colonnine di ricarica arriva un contributo dell'80% sulla spesa

Finito il credito d'impista si passa a un bonus diretto del Mise. Per le utenze domestiche il limite è di 1.500 euro, 8mila per i condomini

di Giuseppe Latour

Cambiano le agevolazioni per le colonnine di ricarica. Chiusa a fine 2021 la stagione della detrazione al 50%, arriva per le spese 2022 (con forte ritardo) un bonus all'80%, non in forma di sconto fiscale ma di contributo erogato dal ministero dello Sviluppo economico. Con modalità di erogazione ancora da fissare.Il cambio di strumento è sancito dal Dpcm che definisce i nuovi confini degli incentivi auto. Qui si legge che nel 2022 «per l'acquisto di infrastrutture di potenza standard per la ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica da parte di utenti domestici, è riconosciuto un contributo pari all'80% del prezzo di acquisto e posa in opera, nel limite massimo di 1.500 euro per persona fisica richiedente». Questo limite è elevato a 8mila euro in caso di posa in opera sulle parti comuni degli edifici condominiali. A disposizione ci sono in tutto 40 milioni. Il bonus va a sostituire la detrazione che era scaduta a fine 2021, senza essere rinnovata. Anche in quel caso si riconosceva uno sconto fiscale per le spese «relative all'acquisto e alla posa in opera di infrastrutture di ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica, ivi inclusi i costi iniziali per la richiesta di potenza addizionale fino ad un massimo di 7 kW».

La detrazione era pari al 50% delle spese sostenute, da ripartire in «dieci quote annuali di pari importo», ed era calcolata su un ammontare complessivo non superiore a 3mila euro.Omar Imberti, coordinatore del gruppo E-mobility di Anie (la Federazione nazionale delle imprese elettrotecniche ed elettroniche) racconta quello che sta accadendo: «Questo bonus è qualcosa che mancava da mesi. Bisogna ricordare che il 31 dicembre del 2021 era scaduta la detrazione del 50 per cento. Fin dall'inizio dell'anno, allora, in varie occasioni abbiamo evidenziato come una nuova misura del genere fosse necessaria, perché se è vero che le stazioni di ricarica sono previste nel 110%, abbiamo notato che con il superbonus le agevolazioni vanno a persone che l'auto elettrica non la possiedono, ma che la compreranno in futuro». Lo schema di agevolazioni rimasto in vita a inizio 2021, insomma, funzionava male. Saltata la detrazione del 50%, infatti, per le colonnine era rimasto solo il 110 per cento. In quel caso, l'installazione delle colonnine rientra tra gli interventi trainati del superbonus: la detrazione, in dettaglio, spetta nel limite di 2mila euro per gli edifici unifamiliari o per le unità immobiliari indipendenti con accesso autonomo all'esterno, di 1.500 euro per i condomìni che installino un numero massimo di otto colonnine, di 1.200 euro per i condomìni che installino un numero superiore a otto colonnine.

Il meccanismo del superbonus prevede che, in caso di interventi trainanti (come il cappotto termico), sia possibile agganciare a questi gli interventi trainati, tra i quali ci sono, ad esempio, l'installazione di infissi e caldaie, ma anche le colonnine. Quindi, chi affronta una ristrutturazione importante di un immobile con il 110% spesso installa anche le colonnine, per intercettare la ricca agevolazione fiscale, ma non è detto che abbia un'automobile elettrica e, quindi, la necessità immediata di utilizzarle.«Quello che succede di solito - prosegue Imberti - è che chi pensa che un giorno avrà l'auto elettrica, intanto installa le stazioni di ricarica con il superbonus. Ma chi invece compra l'auto elettrica volendo installare la stazione di ricarica a casa, da inizio anno non aveva più nessun tipo di incentivo». Da qui nasce l'intervento del Dpcm. Che, per la verità, non definisce tutti gli aspetti di erogazione dei fondi nei dettagli.Servirà un successivo provvedimento a indicare le modalità di erogazione dei contributi. Sarà un decreto direttoriale del ministero dello Sviluppo economico, infatti, a specificare «le disposizioni procedurali per l'erogazione dei benefici».

E questo sarà l'occasione per chiarire alcuni dubbi: ad esempio, non è chiaro se il limite di 8mila euro, indicato nel Dpcm, sia riferito alle singole persone o se sia, invece, riferito all'intero condominio. Comunque, le cifre in campo sembrano congrue: «Avevamo sempre considerato già il 50% sufficiente», spiega Imberti. Anche perché la versione più semplice di una stazione di ricarica costa tra i 6 e i 700 euro fino a 1.200/1.300 euro per una versione più evoluta, ai quali sommare i costi di installazione (nell'ordine di 300-500 euro). I limiti di spesa, così, paiono congrui.Certo, l'auspicio è non ripetere l'esperienza dei contributi dedicati a imprese e professionisti. Il decreto Agosto (Dl 104/2020) aveva istituito un fondo da 90 milioni per contributi all'installazione di colonnine di ricarica e a ottobre 2021 un decreto del ministero della Transizione ecologica ne disciplinava l'erogazione. Ma, ad oggi, manca ancora un portale per accedere al bonus (che è del 40%). «La cosa imbarazzante è che sono passati 24 mesi da quando è stato detto che il contributo era disponibile - dice Imberti -, ma non è ancora chiaro come accedervi. Si rischia di rallentare il mercato, perché il Governo ha prima detto che c'era a disposizione un contributo, ma poi non ha spiegato come usufruirne».

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