Progettazione

Servizi di ingegneria e architettura, nel 2022 bandi per 4,84 miliardi

Centro studi Cni: in un anno 3,5 miliardi in più, ma la quota di gare affidate ai liberi professionisti scende dal 40,3% al 34%. Appalto integrato: un boom appannaggio delle società di progettazione

di M.Fr.

L'effetto Pnrr si è fatto sentire chiaro e forte sul mercato dei servizi di ingegneria e architettura; e la pioggia di risorse del piano, nelle diverse misure, a cominciare dal Superbonus al 110%, ha contribuito in modo decisivo alla crescita di questo comparto attraverso bandi di gara. A dirlo è il Centro studi degli ingegneri che ha cercato di misurare la spinta economica del Pnrr nell'intero anno 2022. «Le stazioni appaltanti - afferma lo studio - hanno pubblicato bandi per servizi di ingegneria e architettura per un ammontare complessivo che supera i 4,840 miliardi di euro, ben 3,5 miliardi in più rispetto al 2021». Oltre agli importi raddoppiati per i servizi di ingegneria senza esecuzione - segnala il rapporto -, una spinta determinante è arrivata dai servizi di ingegneria e architettura con esecuzione (appalti integrati, concessioni, project financing e altro) per i quali l'incremento registrato sul 2021 è stato di circa 1,3 miliardi di euro negli importi a base d'asta destinati ai servizi di ingegneria. Più esattamente si è passati da 327 milioni di euro a 1,528 miliardi di euro (senza contare gli importi per i lavori).

«I dati che emergono dal rapporto - commenta il presidente del Centro Studi degli ingegneri Giuseppe Margiotta - attestano l'ottimo stato di salute del mercato dei servizi di ingegneria e architettura». «Certamente - riconosce Margiotta - l'effetto espansivo sul sistema delle gare pubbliche è stato determinato dal Pnrr e un forte peso l'hanno avuto i bonus edilizi che hanno aperto notevolmente il mercato privato: queste circostanze, secondo il nostro studio, hanno fortemente condizionato l'orientamento dei liberi professionisti che hanno preferito orientarsi verso i clienti privati, a scapito degli appalti pubblici, settore nei quali, grazie anche al ricorso all'appalto integrato, le società di ingegneria godono di un indubbio vantaggio competitivo. Questa dinamica a lungo termine potrebbe determinare qualche problema, soprattutto quando la domanda di servizi di ingegneria da parte della clientela privata dovesse calare».

I numeri, d'altra parte mettono anche in evidenza l'assoluto protagonismo dell'appalto integrato, che rappresenta buona parte del 1,5 miliardi di bandi censiti dal Centro studi. Si tratta, sottolinea il consigliere Cni Domenico Condelli, di un «ricorso massiccio» registrato soprattutto nell'ultimo bimestre e che «mette seriamente in discussione la centralità del progetto». Ma, soprattutto, si tratta di un mercato meno alla portata dei professionisti, in quanto «circa il 90% dei servizi senza esecuzione dei lavori è appannaggio delle società di ingegneria». Altri segmenti della domanda, come per esempio accordi quadro e concorsi, si confermano poco invariati tra il 2021 e 2022. Cambia, invece - e di parecchio - la quota di servizi che esce dal mercato, a causa dell'innalzamento dell'affidamento diretto, in vigore da fine 2021, da 70mila a 139mila euro: «rispetto al 2021, dunque, è aumentato notevolmente il numero di affidamenti di servizi di ingegneria per cui non è necessario istituire una gara, con prevalenza delle gare senza esecuzione».

Il rapporto degli ingegneri mette la lente anche sul paradosso che vede una netta riduzione della quota di mercato da parte dei singoli professionisti a fronte dell'impennata dei valori mandati in gara. Il rapporto infatti certifica che «nel 2022 la quota di gare affidate ai liberi professionisti è diminuita dal 40,3% del 2021 al 34%. Se si valutano gli importi l'effetto diventa addirittura eclatante: i professionisti, infatti, si sono aggiudicati appena il 2,7 % degli importi, contro l'11,3% del 2021». Lo scenario è più rassicurante per le gare con importo a base d'asta inferiore a 75mila euro dove i liberi professionisti si aggiudicano circa il 63% delle gare ed oltre il 65,2% degli importi, «sebbene anche in questo ambito i dati evidenzino una flessione rispetto all'anno precedente». Per le gare da 75mila euro in su, la percentuale delle gare aggiudicate dai liberi professionisti resta stabile intorno al 17,5% mentre invece si registra «un calo significativo sulla distribuzione degli importi che sfiorano appena l'1,3% del totale».

Complessivamente, i liberi professionisti mettono a segno un incremento dell'importo medio di aggiudicazione, che nel corso degli ultimi 3 anni appare in costante crescita fino a superare, nel 2022, i 74.300 euro, contro i 57.800 euro del 2021). Un altro segnale positivo è il dato 2022 sul valore medio dei ribassi d'asta, che conferma il trend in discesa «in atto da diversi anni (28% contro il 29,2 del 2021 e il 35,2% del 2020), sebbene si rilevino ancora gare aggiudicate con ribassi molto elevati: 93,6% laddove l'anno precedente si era rilevato un picco massimo pari al 93%».

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