Urbanistica

Direttiva casa green al voto del Parlamento europeo, cambiano i bonus edilizi

Le aziende del settore, in attesa di sapere quale sarà il destino della direttiva, stanno già ragionando su ipotesi di revisione del sistema delle agevolazioni

di Giuseppe Latour

Stop agli incentivi fiscali per le caldaie a gas. Ma, dall’altro lato, potenziamento degli incentivi per gli apparecchi ibridi e per quelli certificati per funzionare con gas rinnovabili, come l’idrogeno o il biometano.

La direttiva case green, in discussione ieri nel corso della prima giornata della sessione plenaria del Parlamento europeo di Strasburgo (relatore, l’irlandese Ciaran Cuffe), non fissa solo gli obiettivi per la riqualificazione del patrimonio immobiliare dei paesi membri (ci sarà, tra le molte indicazioni, la classe energetica prima D e poi E per il residenziale tra il 2030 e il 2033), ma interviene anche su un’altra materia delicatissima: quella delle agevolazioni per la casa.

Il voto, in programma oggi, si annuncia più combattuto del previsto. Se, infatti, in commissione tre (Industria, ricerca ed energia), i favorevoli erano stati in netta maggioranza, l’area di opposizione al testo sembra allargarsi.

La direttiva potrà contare sull’appoggio di socialisti, verdi e liberali. Le spaccature tra i popolari ieri sono, però, apparse evidenti nel corso del dibattito parlamentare: dalla loro estensione dipenderà molto. Da un lato il relatore ombra del Ppe, Sean Kelly ha invitato a votare la direttiva, dall’altro lato molti interventi dei popolari sono stati esplicitamente critici verso l’accordo raggiunto, puntando soprattutto su tre elementi: i costi troppo altri delle ristrutturazioni, l’eccesso di prescrizioni inserite nel testo e la mancanza di un sostegno finanziario chiaro a livello europeo. Anche gli emendamenti presentati dai parlamentari vanno in questa direzione.

Il relatore Cuffe, dal canto suo, ha parlato di accordo «equo e realistico». Aggiungendo che le modifiche al testo sarebbero un rischio: «Alcuni membri di quest’aula vorrebbero cambiare il testo, rendendo la direttiva inutile e insignificante: è un atteggiamento insensato».

Tornando alle agevolazioni fiscali, il tema viene affrontato in diversi passaggi della direttiva, ma ce n’è uno che pare destinato ad avere un impatto rilevantissimo: «Gli Stati membri – spiega il testo - non offrono più incentivi finanziari per l’installazione di caldaie individuali che usano combustibili fossili». Questo avviene «al più tardi da gennaio del 2024». In un altro passaggio, poi, il testo spiega che i paesi membri «non dovrebbero offrire incentivi finanziari per l’installazione di caldaie a combustibile fossile a partire dall’entrata in vigore della presente direttiva» (da adottare entro due anni dall’entrata in vigore).

Al di là dei tempi (da verificare la fattibilità del calendario indicato dall’Europa), si tratta di misure che avranno un impatto rilevantissimo sulla prossima riorganizzazione dei bonus casa: le forme di agevolazione attualmente previste per questi apparecchi, infatti, sembrano destinate a saltare se il testo della direttiva resterà questo anche nei passaggi successivi. Dopo il voto del Parlamento, infatti, è in programma il trilogo, la fase di negoziazione tra istituzioni europee che porterà a una decisione finale.

C’è, però, da considerare un’avvertenza: la direttiva, infatti, non considera impianti di riscaldamento a combustibili fossili i sistemi di riscaldamento ibridi (pompa di calore e caldaia a condensazione) e le caldaie certificate per funzionare con combustibili rinnovabili (come l’idrogeno). Quindi, per le altre tecnologie resterà aperta la porta delle agevolazioni.

Le aziende del settore, in attesa di sapere quale sarà il destino della direttiva, stanno già ragionando su ipotesi di revisione del sistema delle agevolazioni che valorizzino queste tecnologie.

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